Intervista di Daniele Lazzeri a Edward Luttwak
Di Daniele Lazzeri *
Nell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, con la schiacciante vittoria alle presidenziali americane, il ciclone Donald Trump ha infranto un altro muro. Quello che aveva determinato negli ultimi mesi una sorta di ipnosi collettiva generata dal mondo della finanza e dei media internazionali, convinti di una netta affermazione di Hillary Clinton quale prossima inquilina della Casa Bianca. E invece, in barba ad opinionisti ed analisti mainstream, il candidato deriso e snobbato dai soloni del politicamente corretto ha sorpreso molti osservatori. Ma non tutti. SulGiornale.it, già a maggio scorso anticipavamo l’alta probabilità che fosse proprio il tycoon americano il nuovo presidente a stelle e strisce. Dello stesso avviso era anche il noto politologo Edward Luttwak che in tempi non sospetti aveva dichiarato il suo sostegno alla candidatura di “The Donald”.
In quest’intervista a tutto campo rilasciata al “Nodo di Gordio”, abbiamo chiesto a Luttwak le sue impressioni a caldo sulle strategie in politica estera che intenderà perseguire il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
C’è un grande dibattito sul futuro dell’Alleanza atlantica. Trump in campagna elettorale ha criticato gli alleati della Nato per il loro scarso contributo economico alle spese militari. Quale sarà il destino dell’Alleanza?
Cambieranno molte cose. Trump farà un accordo con Vladimir Putin e siccome gli europei non sono disposti a mandare mezzo milione di soldati in Ucraina, è necessario trovare questa intesa con la Russia. I membri della NATO dovranno allinearsi. Se vogliono mantenere la NATO devono pagare la loro giusta quota in percentuale del prodotto interno lordo e non pagare un terzo, un quinto o un decimo come adesso… Sarà la nuova regola della NATO. Se sei un paese “fottuto” come la Grecia paghi la metà o un terzo. Trump lo farà ma non in maniera drastica o incendiaria. Si darà un programma di 2-3 anni per arrivare a ridefinire le modalità di finanziamento dell’Alleanza atlantica proporzionato ai redditi. Si richiederà meno dal Portogallo ma molto di più da Germania e Francia… Il problema della NATO oggi è che non difende nulla ma costa molto. L’accordo con Putin ridurrà il peso delle spese della Difesa.
E i rapporti con la Cina?
Chiunque fa un accordo con la Russia vuole contenere la Cina. La Cina si è messa a “rubare” isole ed isolette e deve smetterla. Altrimenti andrà allo scontro con Trump…
Quale sarà l’impegno americano in Siria, in Iraq e più in generale nello scacchiere mediorientale?
Togliere tutto! Portare via i soldati, essere assenti. Lasciarli fare in sostanza… A loro piace uccidersi a vicenda e non è giusto mandare i bersaglieri lì ad interferire. Devono sviluppare da soli il destino dell’Islam. Anzi, dei vari Islam: sunniti, sciiti, zaiditi… Su questo punto, Trump pensa che debbano essere lasciati in pace per trovare il proprio equilibrio.
Il Trattato transatlantico sul commercio TTIP si è ormai arenato. Quali saranno le future relazioni tra Washington e l’Europa dopo la svolta rappresentata da Trump?
Io sono sicuramente molto contento di questa svolta. Negli Stati Uniti avremo meno presenza dello stato, meno regole e meno tasse. L’Europa invece continua a fare regole di ogni tipo. L’Europa dei burocrati di Bruxelles che emettono 500 nuove norme al giorno non va d’accordo col nuovo Governo americano. Trump riporterà la vittoria della libertà nella vita americana. Il nuovo Presidente già a gennaio potrà semplicemente abolire i decreti ingiuntivi fatti da Obama usando i poteri presidenziali oltre il limite del costume con mille limitazioni ambientalistiche. Trump vuole deregolamentare mentre se l’Europa continua a voler imporre norme su tutto fino a decidere la forma di ogni formaggio, allora non andremo d’accordo. Insomma, l’Europa di Mario Monti non interessa proprio a Trump…
Si è fatto un gran parlare nel corso della campagna elettorale per le presidenziali americane della lotta all’immigrazione clandestina, in particolare con l’idea di Trump di costruire un muro con il Messico. Quali saranno gli indirizzi sulla politica immigratoria del Presidente?
Trump si è già incontrato in passato con il Presidente messicano. Uno dei primi impegni del nuovo Presidente sarà proprio quello di riparare i rapporti con il Messico ma naturalmente Trump applicherà la legge sull’immigrazione, cosa che Obama non ha fatto.
Luttwak, Lei sarà uno dei consulenti di Donald Trump alla Casa Bianca?
Io sono sempre stato consulente dello Stato americano, mai dei Presidenti americani. Ho un contratto di regolare consulenza con gli Stati Uniti d’America non con chi viene e poi va…
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