Abbiamo provato a stare nel dolore, nel disagio, è facile starci, quando un pensiero ti martella forte non è facile uscirne, bisogna inventarsi qualcosa che ci distragga da quel pensiero e di solito lo facciamo ma ora che siamo consapevoli dei meccanismi non evadiamo dai disagi, dalla sofferenza… stiamo lì, per assaporare, con la finalità di comprendere noi stessi, le nostre ferite e portare guarigione.
Ma adesso è giunto il momento di stare nella gioia, anche la gioia effimera di una risata leggendo una frase buffa, stiamo lì, sentiamo cosa accade al nostro corpo quando ridiamo, sentiamo come il petto si apre, secondo me le nostre costole hanno un senso dell’humor pazzesco perchè si spostano per permetterci di ridere con più gusto. Tant’è che se è un po’ che non respiriamo bene, se la risata arriva dopo che siamo stati in tensione senza fare attenzione al nostro respiro, si tossisce.
La tosse è un modo per buttar fuori un surplus di qualcosa, ridendo di gusto buttiamo fuori tutto, inconsciamente, e allora evolviamoci e utilizziamo la risata per buttar fuori consapevolmente, l’abbiamo fatto col pianto, eh si… quanto liquido abbiamo versato negli ultimi tempi… ora cominciamo a buttar fuori microbacilli di tensione, tristezza, delusione attraverso la gioia.
Stare nella gioia si può fare, è possibile, sentire dentro di se la gioia per qualcosa, o per qualcuno, o magari per noi… siamo riusciti ad avvitare l’asse del water senza distorsioni al collo, non è poco credetemi, le viti sono là sotto e non è facile…
Abbiamo trovato il posteggio nella via più intasata della città, abbiamo guidato fino a lì senza arrabbiarci, senza inveire… siamo spiritualmente evoluti… queste sono le piccole prove che arrivano, semplici quotidiane ma rendiamoci conto di che grandi passi abbiamo fatto… c’è senz’altro da provare gioia, ancor più nelle grandi prove e non sto qui a ricordarvi quali sono, non rinvanghiamo il passato ma proviamo senz’altro gioia e gratitudine anche verso di noi, ce l’abbiamo fatta, complimentiamoci con noi stessi.
Abbiamo trovato il posteggio nella via più intasata della città, abbiamo guidato fino a lì senza arrabbiarci, senza inveire… siamo spiritualmente evoluti… queste sono le piccole prove che arrivano, semplici quotidiane ma rendiamoci conto di che grandi passi abbiamo fatto… c’è senz’altro da provare gioia, ancor più nelle grandi prove e non sto qui a ricordarvi quali sono, non rinvanghiamo il passato ma proviamo senz’altro gioia e gratitudine anche verso di noi, ce l’abbiamo fatta, complimentiamoci con noi stessi.
Quando ciò accade proviamo gioia ed è spontaneo provare anche gratitudine, ecco cogliamo l’attimo, in quell’attimo “sentiamoci”, che senso di completezza, si apre anche il cuore, sembra che lui stesso tiri un sospiro liberatorio, “ce l’ha fatta, c’è riuscita” questo pensa il cuore. Proviamo a restare in quel momento il più a lungo possibile, scaturiscono altri pensieri per cui essere gioiosi, se si chiudono gli occhi si sente di più, proviamoci. Anche la pancia si rilassa, anche quelle pance toniche e scolpite da anni di palestra si rilassano, si rilassano dentro, nell’encefalo emotivo.
L’emozione della gioia è più di un emozione, è un tonico, e come bere a canna dalla bottiglia dell’acqua quando si ha molta sete, una goduria! Ascoltiamo la mente, anche lei si rilassa e non chiacchiera più, è sospesa, in ascolto di quell’attimo che diventa minuti, è bello sentirsi così, è come essere innamorati al terzo giorno dall’incontro, beatitudine, è come tornare bambini, quando provavamo gioia per nulla, eravamo gioia. Facciamola durare più che possiamo questa gioia, assaporiamola e torneremo ad essere gioia.
Sentiamo anche la pelle come si distende, i pori si aprono alla gioia, la respirano, a questo punto siamo gioia, cerchiamo di mantenerci in questo stato meditativo, più spesso lo faremo più entrerà nella nostra capocciona dura, più sarà facile riprodurla anche se non abbiamo un motivo esterno, più entrerà nelle cellule, nella nostra memoria cellulare, più ci trasformeremo in gioia. La gioia va a braccetto con la gratitudine anzi se mettiamo attenzione possiamo sentire che la gioia è figlia della gratitudine, c’è un velo impalpabile che le divide ma se prestiamo attenzione sentite come sono collegate, come siano gemelle, gioia e gratitudine, gratitudine e gioia, ognuno ha il suo sentire, sperimentate!
Lo so non sto scrivendo nulla di nuovo, si sa, esiste anche lo yoga della risata e tante tecniche legate alla gioia, ma mi piace ricordarlo, lo sappiamo bene che ci facciamo prendere dal vortice del quotidiano e ci dimentichiamo di noi… non facciamo i furbi… l’imperfezione è perfettibile come l’impossibile è possibile, l’importante è CREDERCI, come dice il mio amico giullare Walter Klinkon, ed aggiungo… l’importante è Crederci con Gioia, la gioia, la gratitudine… sono Amore per noi stessi!
Namastè
Om Shanti Amen
Om Shanti Amen
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