Di Andrea Nepori
Facebook ha perso la battaglia, per ora, ma la guerra è ancora tutta da combattere. Come riportato dal Financial Times, il social network di Mark Zuckerberg ha deciso di sospendere lo scambio dei dati con WhatsApp, cedendo alle pressioni dei garanti della privacy europei. Ad agosto 2016, a poco meno di due anni dall’acquisizione da parte di Facebook, WhatsApp ha annunciato l’avvio della condivisione con il social network dei dati dei propri utenti. La decisione, finalizzata al miglioramento della profilazione pubblicitaria, è finita rapidamente nel mirino delle autorità europee per la tutela della privacy.
A fine settembre il commissario per la protezione dei dati di Amburgo aveva ordinato il blocco della condivisione delle informazioni in Germania, per «proteggere i 35 milioni di utenti WhatsApp tedeschi» che non avevano mai autorizzato esplicitamente la raccolta incrociata dei propri dati da parte di Facebook. Gli avevano subito fatto eco il Garante della Privacy italiano, con l’apertura di un’istruttoria, e gli omologhi di Spagna, Francia e Regno Unito.
L’opposizione alla raccolta dei dati si è inasprita ad ottobre con una lettera aperta pubblicata dall’Article 29 Working Party (WP29), l’organismo della Commissione Europea che riunisce i rappresentanti delle autorità di tutela della privacy degli Stati Membri. Nel documento il WP29 critica l’operazione di Facebook e WhatsApp e chiede a Jan Koum, AD del servizio di messaggistica, di sospendere la condivisione dei dati «finché non sia possibile assicurare agli utenti un’adeguata protezione legale».
Le richieste e le pressioni sono andate a segno: sia Facebook sia il Commissario per la protezione dei dati irlandese (competente per giurisdizione, dato che le policy europee vengono decise da Facebook Ireland Ltd.) hanno confermato che la condivisione dei dati degli utenti WhatsApp è temporaneamente sospesa.
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