Barack Obama ha rinunciato al Tpp, l’accordo per il libero scambio nel Pacifico. E una svolta politica per la sua amministrazione che tiene conto della vittoria di Donald Trump. Ma anche un messaggio chiarissimo che la Casa Bianca ha ricevuto dal Congresso repubblicano: non mandateci il progetto di legge per la ratifica perché lo bloccheremo. Si tratta di un boccone amaro per Obama e per la leadeship americana sul teatro asiatico e del Pacifico. Ma il presidente ha voluto dimostrare di aver preso atto del chiarissimo voto americano, dell’ostilità di Trump al Tpp e fa marcia indietro, si legge su “Il Sole 24 Ore“.
USA: Obama dice addio al TPP
Un elemento in più in contrasto con le dimostrazioni anche violente anti-Trump in America, nel tentativo di “ricucire” un dialogo politico post elettorale. Anche il simbolo dei dimostranti, l’ex candidato Bernie Sanders, aveva chiesto loro di «non disperare» e di essere pronto anche lui al dialogo, alla coperazione e a lavorare con Donald Trump «sui temi economici chiave sulle infrastrutture, sul commercio internazionale, sulle aziende che dirottano gli investimenti dal l’America alla Cina.
Anche Sanders apre a Donald Trump
Le dichiarazioni di Sanders convergono con le aperture di Hillary Clinton e Barack Obama, con l’atmosfera che cerca di ridurre le tensioni accumulate dopo l’aggressiva retorica elettorale razzista, sessista, contro certi programmi sociali di Donald Trump o quella dispregiativa di Hillary, contro il suo concorrente, ma anche controi suoi sostenitori. Persino Trump dopo aver dato messaggi duri contro i dimostranti ha poi fatto marcia indietro: «Adoro il fatto che piccoli gruppi di dimostranti abbiamo forte passione per il nostro grande Paese. Ci riuniremo insieme con orgoglio». «Ai dimostranti dico: non vi disperate, entrante nel processo politico, nei consigli scolastici è quello il modo per far capire la nostra visione», ha detto Sanders spiegando che è in quelle sedi che ci si deve opporre a Trump: «Lo combatterò se confermerà le sue posizioni elettorali su razzismo e sessismo, ma voglio lavorare con il Presidente Trump quando lavorerà per la classe media, per aumentare il salario minimo per equiparare gli stipendi delle donne a quelli degli uomini».
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