Di Alessio Maguolo
I grandi che hanno visto da piccoli la prima trilogia, tornano ad
appassionarsene, mentre i più piccoli iniziano con trepidazione a
immergersi per la prima volta in questo fantastico universo immaginario.
Certo, perché si tratta un’ ottima saga, una delle più famose della
storia del cinema, con una storia avvincente ed una trama intrigante; è
certamente un’ ottimo prodotto culturale, ma non solo.
Star Wars è anche la riproposizione futuristica dell’onnipresente
scontro tra il bene ed il male, e sicuramente è per questo che ha avuto
un così grande successo: oltre che alle magistrali prestazioni dei
grandi attori della serie (quali Harrison Ford, Liam Neeson, Christopher
Lee, Evan McGregor, Alec Guinnes, Natalie Portman), e la sfrenata
fantasia di George Lucas, ciò che tanto ci appassiona della serie è la
mostra favolistica e affascinante di ciò che più da vicino ci riguarda:
la irriducibile tensione tra il bene ed il male, vecchia come la vita
stessa.
Nell’ universo di Guerre Stellari questi concetti (“bene” e “male”) sono
espressi nella Forza, il potere salvifico che conferisce forza e
saggezza ai cavalieri jedi , e nel suo lato negativo, chiamato appunto
Lato Oscuro della Forza, da cui deriva il malvagio e degenerato, ma
immenso, potere dei sith, i nemici naturali dei jedi.
Già questa piccola introduzione alle basi concettuali della storia è
ricchissima di possibili collegamenti con la filosofia. Bisogna notare
che il Lato Oscuro non sussiste di per sé stesso, come una forza altra,
generata da una diversa sorgente, dalla Forza che assiste i Jedi, pur
mantenendo con questa il più acerrimo antagonismo.
Queste sono piuttosto da interpretare come la medesima forza (e infatti i
poteri di jedi e sith sono perlopiù gli stessi). Non si tratta di un
conflitto tra due istanza separate nello stile dello Zoroastrismo, ad
esempio, o dello gnosticismo e del manicheismo.
Qui il male si staglia solo come degenerazione del bene, non è una forza
propria, non ha una propria sussistenza indipendente, e si configura
sempre in antitesi al bene che pure gli è necessario per istanziarsi. Il
bene ha senso di per sé stesso, il male no.
Qua si rende chiaro che il Bene, il Bene come tale, ha una supremazia
inattaccabile e costituisce una destinazione salvifica certa per la vita
tutta.
Questa è una delle risposte più belle della filosofia, che già avevano individuato grandi filosofi come Plotino ed Agostino.
A riprova della validità di questa chiave interpretativa, basterà
rilevare che il male , nella serie, porta esso stesso il nome della
Forza: è chiamato infatti Lato Oscuro della Forza; non accade invece il
contrario. Il male ha senso solo sullo sfondo del bene e non viceversa:
il Bene ha un potere quindi infinito e trascendente il male.
Ma cerchiamo di indagare più a fondo questa misteriosa Forza.
Non è certo facile, visto il misticismo che caratterizza il rapporto tra
di questa ed i jedi , i quali ne parlano quasi solo per massime e
aforismi; potremmo dire che la Forza è una qualche forma di tessuto
cosmico, sospesa, come in bilico tra il fisico ed il metafisico: dal
lato puramente fisico-scientifico, sappiamo grazie alle parole del
maestro jedi Qui-Gon Jinn ne “La minaccia fantasma”, che la Forza
“parla” ai jedi attraverso delle non meglio precisate cellule chiamate
Midi-chlorian, organismi simbiotici che pervadono il sangue dei jedi e
mediano una strana forma di comunicazione tra di loro e la Forza.
Anakin Skywalker fu scelto dal maestro proprio per la sua elevatissima
concentrazione sanguigna di Midi-chlorian. Dal lato mistico-metafisico
invece, la Forza manifesta un carattere onnisciente, è infatti capace di
prevedere ogni fenomeno e conosce qualsiasi cosa, ed è la fonte della
grande saggezza dei jedi; inoltre, suggerisce loro l’avvenire futuro od
immediato di pericoli e tensioni; quando Anakin perde la madre ne
L’attacco dei cloni Yoda percepisce il suo dolore nonostante si trovi
addirittura in un altro pianeta. Infine, la Forza permette di interagire
col mondo fenomenico in modo sovrumano: infatti jedi e sith sono in
grado di far levitare gli oggetti, compreso il loro stesso corpo. Per
gestire queste qualità sovrumane i jedi si allenano fin da piccoli nel
controllo del corpo e della mente.
Non è facile proporre una qualsiasi ipotetica interpretazione filosofica
di questo rapporto che lega uomini (e alieni, ovviamente) alla Forza.
Essa li libra al di là dei fenomeni, è oltre lo spazio ed il tempo,
eppure si occupa di “parlare” agli jedi che soli sanno ascoltarla; “Ci
circonda, ci penetra, e tiene unita tutta la galassia” diceva Obi Wan a
Luke nel quarto episodio. È una sorta di connessione, un intreccio, una
compenetrazione appunto, tra un’intelligenza cosmica onnipresente e gli
esseri finiti.
La Forza, somiglierebbe, in virtù di questi suoi specifici caratteri, e
del suo rapporto benevolo col mondo fenomenico, simile al Dio dei
cristiani. Infatti anche Esso è onnisciente e, pur avendo la perfezione
completa e non necessitando di nulla, intrattiene rapporti coi mortali;
anzi, la Bibbia è piena di casi in cui questo Dio, specie di ponte tra
l’Essere e gli esseri, “parla” agli uomini, in modo assai simile alla
Forza che ‘parla’ agli jedi. In effetti non mancano nella saga vari
indizi che fanno sembrare quella degli jedi una vera e propria
religione. Nel quarto episodio della saga uno degli alti ufficiali
dell’Impero si riferisce ad un’ “antica religione” jedi prima di essere
soffocato da Darth Vader attraverso la Forza.
È proprio questa figura oscura, quella di Darth Vader, ad aver
caratterizzato maggiormente tutta la saga; la sua è una storia
tristissima, quasi in linea con la tragedia greca piuttosto che con il
cinema futuristico: Vader, prima conosciuto come Anakin Skywalker, è
dapprima il più promettente tra gli allievi padawan dei jedi.
Dopo una giovinezza di confusione e tribolazione sentimentale, passerà
al Lato Oscuro e arriverà ad uccidere il suo stesso maestro, Obi Wan
Kenobi, nel quarto film della serie (il primo della prima trilogia). La
figura di Anakin è ricchissima di spunti di riflessione filosofica sui
temi della moralità e dell’etica: il giovane jedi, passionale e
fortemente innamorato della moglie Padmé, inizia nel terzo episodio ad
avere visioni della morte della sua sposa.
Tradisce i jedi, diventando allievo del signore oscuro dei Sith, che gli
promette un potere tale da impedirne l’imminente morte. Anakin non
controlla l’enorme potere della sua passione amorosa che lo porta a
massacrare i jedi su ordine del suo nuovo maestro; così si compie la
sua trasformazione da eroe del bene a campione del male, da cavaliere
jedi, a signore di sith. Tutto questo rovinerà la sua vita come quella
di sua moglie, che morirà nonostante il suo nuovo potere; la morale di
questa storia ha chiaramente a che fare con la lezione etico-morale di
Aristotele.
Il ragazzo non controlla la sua passione, non la guida con la ragione,
ma si lascia trasportare da essa fino alla totale malvagità. Non
realizza il sinolo aristotelico di ragione e passione, che si chiama
virtù.
Proprio lo stesso Anakin, discutendo dei sith con il cancelliere della
Repubblica, diceva, nel terzo episodio, che essi traggono potere dalle
passioni, e si abbandonano all’egoismo; i jedi invece, continuava, usano
il potere solo per il bene, senza farsi accecare dalle brama, e
agiscono sempre con altruismo. Il rimando di tutto ciò alla filosofia
morale è evidente.
Chi non controlla le sue passioni, anche quelle positive come l’amore, sconfinerà nel male; ciò purtroppo non accade raramente.
Ma questo è solo uno dei molti temi filosofici, di eccezionale rilevanza
e portata, che ho intravisto in questa magnifica storia. Sicuramente è
una delle saghe più memorabili e belle, in grado di appassionare sia
grandi che piccoli, recando loro un importante messaggio.
FONTE:http://www.lachiavedisophia.com/blog/religione-etica-e-metafisica-in-star-wars/
FONTE:http://www.lachiavedisophia.com/blog/religione-etica-e-metafisica-in-star-wars/
ARTICOLO VISTO ANCHE SU http://www.progettoatlanticus.net/2016/09/religione-etica-e-metafisica-in-star.html
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