Di Salvatore Santoru
John Perkins è un'economista e saggista statunitense(1) noto per il libro "Confessioni di un sicario dell'economia. La costruzione dell'impero americano nel racconto di un insider", libro fortemente critico dell'attuale sistema economico e finanziario dominato dal potere di pochissime multinazioanli e/o gruppi di "poteri forti".
In una recente intervista rilasciata a Sarah Van Gelder di "Yes Magazine"(2) e tradotta in italiano da "Voci Dall'Estero"(3), Perkins ha sostenuto che oggi quelli che lui considera come i "sicari dell'economia" stanno "depredando" anche l'Europa e gli USA dopo aver depredato a lungo tempo i paesi del Terzo Mondo.
Nell'intervista, Perkins sostiene che "in America vediamo come il nostro governo sia paralizzato, semplicemente non funziona. Viene controllato dalle grandi multinazionali. Queste hanno capito che il nuovo obiettivo, la nuova risorsa, sono gli USA e l’Europa, e gli orribili avvenimenti successi in Grecia, e Irlanda e Islanda, stanno ormai avvenendo anche da noi, negli USA.
Assistiamo a questa situazione dove le statistiche ci mostrano una crescita economica, ma allo stesso tempo aumentano i pignoramenti di case e la disoccupazione" e che quando anch'egli era un "sicario dell'economia" una delle cose che facevano con i paesi del Terzo Mondo "era concedere enormi prestiti a questi Paesi, ma questi soldi non finivano mai davvero ai Paesi, finivano alle nostre stesse multinazionali che vi costruivano le infrastrutture. E quando i Paesi non riuscivano a ripagare i loro debiti, imponevamo la privatizzazione della gestione dell’acqua, delle fognature e della distribuzione elettrica."
Nell'intervista, Perkins ha sostenuto che "Ormai vediamo succedere la stessa cosa negli Stati Uniti. Flint nel Michigan ne è un ottimo esempio. Non stiamo parlando di un impero degli Stati Uniti, si tratta di un impero delle multinazionali protette e appoggiate dall’esercito USA e dalla CIA. Ma non è un impero degli americani, non aiuta gli americani. Ci sfrutta nella stessa maniera in cui noi abbiamo sfruttato gli altri Paesi del mondo."
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