Di Emanuele Bonini
Via libera al Ceta, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada. Il trattato (Comprehensive Economic and Trade Agreement, ovvero accordo globale per l’economia e il commercio) apre un nuovo capitolo nel commercio tra le due parti che, insieme costituiscono un mercato di 536 milioni di consumatori. Rimosse le barriere alle importazioni ed esportazioni, con risparmi e nuove opportunità di business. La firma è arrivata al termine di un summit convocato di domenica, a seguito della cancellazione per le resistenze del parlamento regionale vallone, preoccupato per le possibili ricadute del nuovo strumento. «E’ un buona giornata per l’Ue» ha commentato l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini. L’accordo «è molto avanzato, utile per le economie di entrambe le parti, e definisce gli standard per altri accordi» di questo tipo, come ad esempio il Ttip, l’accordo di libero scambio che l’Ue sta discutendo con gli Stati Uniti.
IL CETA
Il Ceta elimina le restrizioni e apre i mercati al libero scambio di beni e servizi. Non solo. Permette l’ingresso di soggetti europei e canadesi alle rispettive gare d’appalto domestiche, e promuove il mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali e la possibilità di trasferire lavoratori. L’eliminazione delle barriere commerciali produrrà, secondo le stime della Commissione Ue, un aumento dei volumi di affari finoa 12 miliardi di euro l’anno, con l’abbattimento fino a 500 milioni di euro l’anno dei costi all’esportazione. L’accordo porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro.
COSA OTTIENE L’UE
La Commissione europea, responsabile dell’accordo (i negoziati sono stati avviati nel 2009 e conclusi nel 2014), ottiene la tutela dei marchi di indicazione geografica per i prodotti alimentari. Spariranno dal mercato, dunque, le contraffazioni canadesi dei cibi. Un tema caro in particolare all’Italia. Il “made in” beneficerà con il Ceta di una tutela supplementare. Restano fermi gli standard ambientali e di sicurezza alimentare: i cibi canadese distribuiti nel mercato unico dovranno rispettare i vincoli comunitari su ogm e ormoni della crescita.
IMPORTANZA STRATEGICA
Oltre all’accordo in sé, il Ceta permette all’Ue di entrare nel mercato unico nordamericano istituito attraverso gli accordi Nafta per il libero commercio, che raggruppa Canada, Stati Uniti e Messico. Inoltre le regole raggiunte permettono all’Ue di avere uno strumento negoziale di riferimento in vista di nuovi processi negoziali come ad esempio il Ttip, l’accordo per il libero scambio e gli investimenti in fase di discussione con gli Stati Uniti.
IN VIGORE SUBITO, MA PROVVISORIAMENTE
Il trattato, per entrare effettivamente in vigore, avrà bisogno della ratifica dei 28 Parlamenti nazionali. Solo allora potrà essere davvero vincolante. Gli Stati membri sono d’accordo e non sembra ci saranno sorprese nei vari iter parlamentari, ma il completamento di tutti gli iter richiederà tempo. E’ stato quindi deciso che in attesa di tutti i via libera il Ceta potrà entrare in vigore in via provvisoria, dopo che i ministri dei Ventotto daranno il loro assenso e dopo che lo avrà dato anche la Plenaria del Parlamento europeo, probabilmente già il prossimo gennaio (sessione del 16-19 gennaio).
RESISTENZA BELGA
In Belgio il Ceta ha trovato le resistenze del Parlamento della Vallonia, uno degli stati federali che costituiscono il Paese. Oltre alle preoccupazioni per l’impatto sul modello agricolo della regione e per i diritti dei lavoratori, il sistema sanitario e le norme a protezione dei consumatori e dell’ambiente, si nutrivano perplessità sul sistema di arbitrato previsto dal Ceta in caso di controversie commerciali. La Vallonia si opponeva all’idea di farle gestire da privati, aggirando così gli Stati. Alla fine ha ottenuto che le dispute saranno sottoposte ad una giurisdizione interamente pubblica. La Vallonia ha ottenuto anche la possibilità di procedere a una valutazione, su intervalli regolari, degli impatti socio-economici e ambientali dell’applicazione provvisoria del Ceta.Infine ha ottenuto che la Corte di giustizia dell’Ue si pronunci sulla compatibilità con le regole comunitarie dell’Ics, il tribunale per la risoluzione delle controversie tra multinazionali e Stato.
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