http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/09/12/perche-a-due-passi-da-milano-ci-sono-tre-piramidi-come-a-giza/
Nella zona di Val Curone, tra Lecco e Milano, si trovano tre formazioni collinari dalle caratteristiche molto simili a quelle egiziane nella Piana di Giza.Questa incredibile scoperta è stata realizzata dall’architetto italiano Vincenzo di Gregorio soltanto cinque anni fa.
Le piramidi di Montevecchia sono costituite da gradoni e raggiungono un’altezza che varia dai 40 ai 50 metri.
Per scorgerle non è semplice, perché sono ricoperte interamente da vegetazione tanto da farle confondere con le colline intorno.
Queste piramidi, di cui ancora non si è determinata l’epoca esatta di costruzione, sono state modellate artificialmente dall’uomo, realizzate grazie all’asportazione di centinaia di tonnellate di roccia.
Le piramidi risultano orientate perfettamente a est, con un’inclinazione di circa 44 gradi, e allineate alle tre stelle della cintura di Orione, ovvero Alnitak, Alnilam e Mintaka.
Dagli studi fatti da Di Gregorio emerge un aspetto interessante e cioè che queste piramidi italiane, pur non essendo uguali per dimensione, sono simili a quelle di Giza (Cheope, Chefren e Micerino) per disposizione e orientamento astronomico.
L’antica popolazione che le ha erette deve avere avuto sicuramente delle ottime conoscenze nel campo astronomico-matematico.
Sebbene ricoperte di vegetazione che le fanno somigliare a delle colline, non vi è alcun dubbio che esse siano piramidi realizzate artificialmente operando l’asportazione di centinaia di tonnellate di roccia.
La prima è quella a sud e sulla sommità c’è uno spiazzo con cipressi mentre la terza è ricoperta da querce. Quella al centro, detta Belvedere Cereda, secondo il ricercatore, era un sito astronomico utilizzato dai Celti ancor prima dell’arrivo dei Romani (500 a.C.).
La Belvedere Cereda sarebbe stata scelta dai Celti poiché il lato principale della piramide era già orientato a Est, ed era quindi ottimale per i loro studi. Al fine di utilizzare la collina come luogo di ricerche astronomiche, sulla cima della piramide è stata anche costruita una piana rettangolare su cui poi venne eretta una struttura con blocchi di granito.
Per confermare la sua ipotesi, Di Gregorio ha chiamato il professor Adriano Gaspani, archeo-astronomo e astrofisico di fama internazionale. A seguito delle indagini condotte (che sono riportate sul Blog dello stesso Vincenzo di Gregorio), l’errore di misurazione risultante dalle indagini era di 4 cm rispetto a una distanza di 5 km, utilizzata come fonte di riferimento.
Anche l’errore di elaborazione dei dati rispetto alla georeferenziazione delle tre piramidi è stato ritenuto incoraggiante: dopo 2400 rilevazioni di posizione, l’errore medio sulla misura delle distanze tra gli strumenti del professore e i satelliti è stato di soli 3,3 metri.
Queste misurazioni hanno portato i due ricercatori a una sola conclusione: le Piramidi di Montevecchia sono di origine artificiale. E non solo: probabilmente sono state utilizzate dai Celti come santuari e siti astronomici, al fine di determinare i cicli lunari, delle stagioni e le eclissi. Oltretutto queste informazioni erano essenziali anche per le attività agricole di queste popolazioni antiche.
Se contiamo che gli studi archeologici datano la presenza celtica nel Nord Italia attorno al VII secolo a.C. e il fatto che le prime forme di agricoltura siano comparse circa 11 mila anni fa, ciò significa che queste piramidi potrebbero essere antiche dai 3 ai 10 mila anni.
Nella zona sono state trovate le prime tracce di insediamento soltanto dopo il 4mila a.C.
Il mistero non riguarda soltanto la datazione archeologica di queste piramidi, ma anche il loro collegamento con diverse altre simili sparse nel mondo.
Dall’Egitto all’Africa, dal Sud America all’Oriente, la figura della piramide sembra essere parte fondamentale della Storia dell’umanità . Forse è soltanto una scelta architettonica dettata da esigenze di ‘funzionalità ’, o forse queste piramidi avevano qualche altra funzione che a oggi non è ancora stata scoperta.
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