"Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo". Si definiva così Madre Teresa di Calcutta: la sua missione di vita è stata quella di servire i più poveri tra i poveri. La sua canonizzazione a santa, oggi, è uno dei 'grandi eventi' dell'anno giubilare.
Nata a Skopje nel 1910 e morta a Calcutta nel 1997, premio Nobel per la Pace nel 1979, con i Missionarie e dei Missionari della Carità Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, così si chiamava prima di prendere i voti, fonda un vero impero capillare, diffuso in tutto il mondo.
E' stata un modello molto vicino alla santità intesa da Bergoglio, l'"apostola degli ultimi": dei poveri, degli affamati, dei malati di lebbra e di Aids, dei moribondi, degli umiliati. Molte però sono le testimonianze di ammalati che cercavano cure nelle case della Misericordia e trovavano un accompagnamento alla morte: "La sofferenza, il dolore, è solo un segno dato a quella persona, a quella singola persona, che lei, quella persona, è così vicina a Dio, che Dio può condividere la sua passione con lei - scriveva -.
Non è sempre facile accettarlo, ma è qui che dobbiamo intervenire, nella vita delle persone, e aiutarle ad accettare ciò che accade. E come dico spesso, non riesco a immaginare come sarebbe il mondo se non avesse degli individui pronti a condividere e a offrire la propria sofferenza". Madre Teresa lotta tutta la vita contro l'eutanasia e contro il rifiuto del dolore e delle sofferenze, ma anche contro l'aborto, quando da Est a Ovest maturava un senso di laicismo crescente e il movimento femminista ingrossava le fila. Anche per questo non tutti l'hanno amata.
Non è sempre facile accettarlo, ma è qui che dobbiamo intervenire, nella vita delle persone, e aiutarle ad accettare ciò che accade. E come dico spesso, non riesco a immaginare come sarebbe il mondo se non avesse degli individui pronti a condividere e a offrire la propria sofferenza". Madre Teresa lotta tutta la vita contro l'eutanasia e contro il rifiuto del dolore e delle sofferenze, ma anche contro l'aborto, quando da Est a Ovest maturava un senso di laicismo crescente e il movimento femminista ingrossava le fila. Anche per questo non tutti l'hanno amata.
Il gruppo nazionalista indù Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) la accusava di voler convertire al cristianesimo le persone che curava. Nel 1994 il giornalista britannico Christopher Hitchens, assieme al giornalista Tariq Ali, girò un documentario molto critico su di lei intitolato 'Hell's Angel'. Secondo Hitchens, Madre Teresa non era tanto legata ai poveri, quanto alla povertà : "Lodava la povertà , la malattia e la sofferenza come doni dall'alto, e diceva alle persone di accettare questi doni con gioia". E sosteneva che le cliniche erano "ospizi primitivi", "posti dove la gente andava a morire", luoghi dove le cure mediche erano "poche, quando non addirittura inesistenti".
Madre Teresa era forte, risoluta, caparbia. Aveva una personalità spiccata. Durante il viaggio del settembre 2014 a Tirana, Bergoglio ha raccontato il suo incontro con la religiosa al Sinodo dei vescovi di dieci anni prima: "Diceva sempre quello che voleva dire". "Durante il dibattito sinodale era seduta proprio dietro di me. Ho ammirato la sua forza, la decisione dei suoi interventi, senza lasciarsi impressionare dall'assemblea dei vescovi".
E poi aveva aggiunto: "Avrei avuto paura se fosse stata la mia superiora". E' della sua filosofia delle piccole cose che però Papa Francesco resta affascinato. Quando dal campo profughi di Lesbo, in Grecia, ha portato con sè in aereo 12 rifugiati, l'ha citata per spiegare il motivo del suo gesto: "Qualcuno mi dirà che 12 persone non sono molte, io rispondo come diceva Madre Teresa: sono una goccia nell'oceano, che però, cadendo e mischiandosi al mare, lo cambia per sempre".
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