Le foto di 10 personaggi e luoghi leggendari, la cui storia è forse ispirata a reali cataclismi geologici.
< 1/10 > Oracolo di Delfi. Una panoramica di ciò che resta del santuario di Atena Pronaia a Delfi (Grecia) accanto al tempio di Apollo, quello del celebre oracolo della Pizia. Narra il mito che la Pizia, la sacerdotessa che pronunciava gli oracoli in nome del dio Apollo nel santuario di Delfi, lo facesse in uno stato di euforia mistica indotto dai vapori che fuoriuscivano da una fessura nella roccia.
Possibile spiegazione. Il tempio, i cui resti sono visibili ancora oggi, si trova in una zona particolarmente attiva dal punto di vista sismico e sotto di esso sono state individuate due faglie, dalle quali è possibile venisse emanato gas. Sulla natura del gas e sulle sue proprietà allucinogene, tuttavia, ancora si dibatte. C’è chi ipotizza si trattasse di etilene, chi di benzene o di un mix tra metano e anidride carbonica.
< 2/10 > Atlantide. Tutte le possibili collocazioni fino ad oggi ipotizzate per l’isola di Atlantide citata nei Dialoghi di Platone. Questo regno utopico e potentissimo (che avrebbe avuto per millenni il dominio del Mediterraneo) sarebbe stato distrutto in un solo giorno da un grande cataclisma, in seguito al tentativo fallito dei suoi abitanti di invadere Atene.
Possibile spiegazione. Il mito di Atlantide sembrerebbe un espediente letterario che Platone utilizzava per illustrare le proprie idee politiche. Ma molti hanno provato a ipotizzare la collocazione dell’isola scomparsa. La sua storia potrebbe essere stata ispirata dalla catastrofica eruzione del vulcano Thera, situato nell’Egeo dove oggi si trova l’isola di Santorini. Il suo risveglio 3500 anni fa provocò il collasso di una parte dell’isola, imponenti tsunami e una nube di anidride solforosa che contribuirono probabilmente anche al declino della civiltà minoica sulla vicina Creta.
< 3/10 > L’Arca di Noè. Si arenò sulla cima del Monte Ararat dopo lunghi giorni di navigazione nelle acqua che Dio mandò per distruggere la Terra.
Possibile spiegazione. All’origine del mito ripreso in molte diverse civiltà potrebbero esserci alluvioni localizzate in particolari regioni del mondo (e non, come nel mito, su scala globale) che per alcune settimane ricoprirono ogni fazzoletto di terra disponibile. Una delle ipotesi più accreditate è che l’episodio biblico si ispiri a una catastrofica alluvione che interessò l’area dell’attuale Mar Nero intorno al 5000 a.C. La leggenda potrebbe anche essere servita a spiegare il ritrovamento di fossili di pesci in cima a rilievi montuosi, un fatto che oggi sappiamo dipendere dalla tettonica delle placche terrestri.
< 4/10 > Una dea nel Kilauea. Il turbolento vulcano hawaiano sarebbe la dimora, secondo il mito, della dea del fuoco Pele. Per vendicarsi della sorella, rivale in amore, la divinità avrebbe incendiato un’intera foresta, e scaraventato l’amato “conteso” all’interno del cratere. La sorella, disperata, prese a scavare nel vulcano, lanciando in aria lapilli, finché non ritrovò l’uomo e si ricongiunse a lui.
Possibile spiegazione. La “soap opera” famigliare servirebbe a spiegare la colossale eruzione di lava, durata 60 anni, che nel 15esimo secolo interessò 430 chilometri quadrati di foresta nell’isola grande di Hawaii. L’ossessivo scavare della sorella di Pele rappresenterebbe invece la successiva formazione della caldera del Kilauea, nelle Hawaii.
< 5/10 > Il ponte di Rama. Nel poema epico induista Ramayana, la moglie del dio Rama, Sita, viene rapita e portata sull’isola di Lanka, nel Regno dei Demoni. Con l’aiuto dei Vanara, un potente popolo di uomini scimmie, Rama e il fratello costruiranno un ponte che colleghi l’estremità meridionale dell’India con Lanka e grazie ad esso riusciranno a liberare Sita.
Possibile spiegazione. mmagini satellitari hanno rivelato una striscia di pietre calcaree lunga 29 chilometri che un tempo collegava India e Sri Lanka, una specie di “ponte” naturale che sarebbe stato sommerso dall’innalzamento del livello dei mari durante l’ultima era glaciale. È possibile che fino 4500 anni fa fosse attraversabile a piedi.
< 6/10 > Il lago esplosivo. Narra una leggenda del Camerun che per un breve periodo la popolazione dei Kom visse nella terra dei Bamessi. Ma il re ospite ordì un complotto per uccidere i maschi dei Kom e per vendicarsi, il leader dei Kom disse alla sorella che si sarebbe impiccato e il suo sangue avrebbe formato un lago pieno di pesci, da cui il suo popolo avrebbe dovuto tenersi alla larga. I Kom abbandonarono la terra e il lago rimase ai Bamessi. Nel giorno dedicato alla pesca, il lago esplose uccidendo chiunque si trovasse nei paraggi.
Possibile spiegazione. Che sia venuto prima il mito o la realtà , qualcosa di simile è accaduto davvero. Il 21 agosto 1986 dal lago vulcanico Nyos si levò una nube di anidride carbonica che uccise oltre 1700 persone e 3500 capi di bestiame. Il Nyos giace nel cono di un vulcano dormiente ed è probabile che la CO2 normalmente tenuta a bada dalla pressione dell’acqua, abbia innescato la risalita di una mega bolla di gas.
< 7/10 > Namazu, il pesce dei terremoti. Sotto alla superficie del Giappone si nasconderebbe, secondo una popolare leggenda, un gigantesco pescegatto di nome Namazu, tenuto a bada da un dio, Kashima, che ha posto una gigantesca pietra sopra alla sua testa. Quando Kashima lascia il suo posto di guardia, il pesce si agita e scuote le pinne, provocando i violenti terremoti che caratterizzano il paese.
Possibile spiegazione. Non occorre lo “zampino” di un pescegatto: il Giappone giace sulla linea di giunzione di diverse placche tettoniche, è attraversato da faglie sismiche e costellato di vulcani. E il pescegatto, secondo la tradizione, sarebbe in grado di prevedere i terremoti (benché non esistano prove scientifiche a riguardo). I due fatti sono quindi stati fusi in un’unica leggenda.
< 8/10 > La Chimera. Il mitologico mostro sputafuoco descritto nell’Iliade, con la testa di leone e la coda di serpente, avrebbe a lungo terrorizzato, spargendo fiamme e distruzione, le coste dell’attuale Turchia (finché il greco Bellerofronte non riuscì a sconfiggerlo ritorcendo la sua stessa forza contro di esso).
Possibile spiegazione. Basi scientifiche. Nel sudovest della Turchia i turisti possono ancora oggi ammirare il sito di Yanartas, caratterizzato da decine di fuochi perpetui alimentati dal metano che fuoriesce dalle rocce. Queste fiamme servivano probabilmente da punto di riferimento ai naviganti, che le intravedevano dalle coste, e potrebbero aver contribuito alla nascita del mito.
< 9/10 > La nascita del Crater Lake. Quando i primi europei arrivarono nel nordovest degli Stati Uniti, sulla costa pacifica, scoprirpono che i nativi americani non si avvicinavano al Crater Lake, un lago vulcanico situato nella caldera del Monte Mazama, perché credevano che qui si fosse tenuta una sanguinosa lotta tra Llao, il dio degli inferi e il rivale Skell, dio del cielo. I due si sarebbero lanciati rocce e fiamme finché il vulcano non collassò trascinando Llao sottoterra. La pioggia che cadde in seguito formò l’attuale lago.
Possibile spiegazione. Il mito descrive piuttosto fedelmente – lotte divine a parte – ciò che accadde nella realtà 7700 anni fa: un’imponente eruzione vulcanica, il collasso della caldera, e la pioggia che riempì il bacino di acqua. Il mito sopravvisse, per tradizione orale, per migliaia di anni, un fatto piuttosto incredibile (di solito secondo gli esperti, simili storie si tramandano al massimo per 600-700 anni.
< 10/10 > L’isola scomparsa. Narrano gli abitanti delle Isole Salomone, nel Sud del Pacifico, che un giovane, Rapuanate, si fosse innamorato di una donna dell’Isola di Teonimanu, ma che questa gli fu sottratta dal fratello. Per vendicarsi Rapuanate ricorse a un sortilegio e fece sprofondare la terra dell’amata in mare.Nell’arcipelago delle isole Salomone, nel Sud Pacifico, doveva sorgere un tempo anche l’isola di Teonimanu, inabissatasi per un terremoto (o, secondo la leggenda, per un sortilegio d’amore).
Possibile spiegazione. L’isola di Teonimanu è esistita davvero, ma è stata sommersa dall’acqua durante un evento sismico che ne avrebbe causato lo scivolamento nella Fossa delle Filippine, una fossa oceanica situata nel Nord del Pacifico. Ciò che rimane dell’isola è un bassofondo oggi noto come Lark Shoal, situato nella parte orientale dell’arcipelago. Mappe sottomarine hanno rivelato la presenza di diverse isole sommerse sotto centinaia di metri.
ARTICOLO VISTO ANCHE SU http://portalemisteri.altervista.org/blog/10-antichi-miti-e-le-possibili-spiegazioni-scientifiche/
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