Di Maria Elena Perrero
“Come la Russia spesso trae beneficio quando Julian Assange rivela i segreti dell’Occidente”: il titolo del New York Times non poteva essere più esplicito. E ancora, per essere ancora più chiari: “Funzionari americani sostengono che Assange e WikiLeaks probabilmente non hanno legami diretti con i servizi segreti russi. Ma l’agenda di WikiLeaks e del Cremlino spesso hanno coinciso”.
E’ un’accusa vera e propria quella pubblicata sull’autorevole quotidiano americano, del resto mai tenero con l’amministrazione russa. Un lungo articolo firmato da Jo Becker, Steven Erlanger ed Eric Schmidt demolisce il direttore e co-fondatore del sito che rivela operati non trasparenti o persino illegali di governi e aziende, spiegando che è stato molto più tenero con laRussia di quanto non sia stato con gli Stati Uniti. Così come è stato più duro con i democratici di Hillary Clinton rispetto a quanto non sia stato con i repubblicani di Donald Trump.
E’ la prima volta che un grande quotidiano indipendente si mette esplicitamente contro Assange, attualmente rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Il giornalista australiano è accusato di aver indirettamente difeso, attraverso la sua opera, l’operato di Vladimir Putin, mettendo sotto torchio solo l’agire degli Stati Uniti.
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