http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/06/08/il-mistero-megalitico-dellantica-citta-di-baalbek/
Il sito di Balbeek è uno tra i luoghi più sacri ed enigmatici di tutta l’epoca antica. Con i suoi 5 mila anni di storia, Balbeek presenta le costruzioni realizzate con i più grandi blocchi di pietra mai osservati.
La sacralità del luogo era riconosciuta da tutti i popoli dell’antichità. Tant’è vero che quando i romani conquistarono la regione, vi costruirono un tempio dedicato al dio Baal-Giove, un ibrido tra l’antica divinità cananea di Baal (Signore) e Giove romano.
Il tempio è stato costruito su un ‘tel’, cioè un tumulo, segnale di un luogo ritenuto a lungo importante, anche se non si sa a cosa fosse dovuta la sua sacralità.
Ad infittire il mistero c’è il fatto che la parte più antica delle rovine di Baalbek non è assolutamente riconducibile a nessuna cultura conosciuta. Inoltre, originariamente il sito è stato impiegato per scopi che attualmente rimangono avvolti nel mistero.
Le origini di Baalbek risalgono a due insediamenti cananei che gli scavi archeologici al di sotto dell tempio di Giove hanno permesso di identificare come databili all’età del bronzo antica (2900-2300 a.C.) e media (1900-1600 a.C.).
L’origine del nome è oggetto di discussione da parte degli archeologi. Il termine Baal significa semplicemente ‘Signore’ o ‘Dio’, titolo utilizzato in tutto il Medio Oriente arcaico. La parola Baalbek potrebbe significare ‘Signore della Valle’, o ‘Dio della Città’, a seconda delle diverse interpretazioni.
Nel periodo seleucida (323-64 a.C.) e romano (64-312 a.C.), la città fu conosciuta con il nome di Eliopoli, la ‘Città del Sole’. Con la costruzione del tempio, Baal-Giove divenne la divinità centrale del culto della regione. Qualunque fosse la natura del culto preromano, la costruzione del tempio creò una forma ibrida di venerazione del dio Giove, generalmente indicato come Giove Eliopolitano.
Antiche leggende affermano che Baalbek era la città natale di Baal. Altre tradizioni vogliono che Baalbek sia il luogo del primo arrivo di Baalbek, corroborando l’ipotesi avanzata dai teorici degli Antichi Astronauti, secondo la quale la parte più antica del sito era stata costruita come una piattaforma da utilizzare per permettere a Baal di ‘andare in cielo e tornare in terra’.
L’ipotesi nasce dal fatto che Eliopoli è stata costruita su un’enorme piattaforma di pietra di epoca preromana. Al di là delle teorie, lo scopo reale di questa struttura e l’identità di chi l’abbia realizzata rimangono completamente sconosciute.
Ciò che impressiona di Baalbek, e che rappresenta il suo mistero, sono i giganteschi blocchi pietra utilizzati per costruire la struttura più antica, situata sotto il tempio edificato dai romani. Alcuni di essi arrivano a pesare fino a 1000 tonnellate, parallelepipedi di pietra perfetti, i più grandi blocchi da costruzione mai esistiti in tutto il mondo.
Le eleganti ed imponenti colonne posizionate successivamente dai romani impallidiscono in confronto ai megaliti utilizzati dagli antichi. Il modo in cui queste pietre sono state tagliate e spostate ha interrogato i ricercatori per molti anni. Anche con le tecniche attualmente a nostra disposizione, avremmo grosse difficoltà a lavorare e spostare rocce di tali dimensioni.
Il cortile del Tempio di Baal-Giove poggia su una piattaforma chiamata Grand Terrace, che consiste di un enorme muro esterno realizzato con mastodontici blocchi di pietra di circa 20 metri di lunghezza e i 4 metri di profondità. Nove di questi blocchi sono visibili sul lato nord del tempio, nove a sud e sei ad ovest.
Un’altra pietra, ancora più grande, si trova in una cava di calcare a circa un quarto di miglio dal complesso di Baalbek. Il blocco pesa circa 1200 tonnellate e supera i 21 metri di lunghezza, il che la rende la più grande blocco di pietra lavorato più grande del mondo. E’ chiamata l’Hajar el Gouble e ha un angolo sollevato da terra, con la parte opposta ancora attaccata alla roccia, quasi pronto per essere completato e trasportato a destinazione.
Per quante spiegazioni si siano tentate di dare, i blocchi di Balbeek rimangono un grande enigma per gli scienziati contemporanei, così come per gli ingegneri. E’ difficile immaginare in che modo tali blocchi di roccia possano essere stati tagliati con tale precisione, trasportati e posti in opera con un precisione che va al di là delle capacità tecniche di costruttori antichi e moderni.
E’ possibile tagliare degli enormi blocchi di pietra calcarea, in maniera così perfetta, colo con degli scalpelli di bronzo? E come è stato possibile alzare e posizionare con precisione millimetrica tali blocchi?
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