Di Peter Roche de Coppens
San Nicola, altrimenti noto come “Babbo Natale”, è una figura dall’importante valenza simbolica. In questo articolo, Peter Roche de Coppens ci insegna a decifrare il messaggio insito nella figura dell’uomo vestito di rosso e con la barba bianca più famoso del mondo…!
Bari è conosciuta attraverso il mondo, soprattutto per la sua famosa basilica di San Nicola forse più noto sotto il nome di “Babbo Natale”.
Nella basilica troviamo una statua del Santo avvolto in vesti contenenti molto oro e con il “pastorale” tenuto nella mano destra, terminante in alto con una specie di “spirale”. In questo saggio vi propongo di riflettere e meditare un po’ sulla figura di San Nicola, sul suo simbolismo in particolare e su quello generale. Che cosa rappresenta veramente San Nicola, perché è diventato così famoso nel mondo, per tanti secoli e non soltanto nella religione cristiana; e come mai fu adottato, come logo o “archetipo” dalla compagnia Coca Cola nel 1946 assicurando così, almeno in parte e per il potere evocatorio della sua immagine, il grande successo di questa compagnia? Forse, ancora più importante, che cosa rappresenta per la città di Bari e per ognuno voi, il suo simbolismo e quali le implicazioni psicospirituali ed esistenziali? Che contributi può offrire, espresso con un linguaggio moderno e “scientifico”, e così arricchire la nostra vita?
Con l’inverno, ogni anno, arriva anche Natale con tutti i suoi misteri e il suo simbolismo multidimensionale e profondo. In questa stagione, vorrei dunque parlarvi un po’ del simbolismo, i misteri e i tesori di questa grande festa cristiana, iniziando proprio da San Nicola, figura mitica molto ben conosciuta, ma generalmente poco capita.
Per comprenderla ed interpretarla in modo semplice e pratico, è essenziale conoscere illinguaggio simbolico e analogico così come la grande analogia del microcosmo e macrocosmo. Questo, in quanto San Nicola stesso, “Babbo Natale”, è un grande simbolo, archetipo o “mandala”, con un significato preciso e varie implicazioni ed applicazioni specifiche.
Per incominciare, notiamo che in ogni lingua esistono tre sublingue distinte e specifiche: il linguaggio di tutti i giorni che adopera parole come “unità” di base per comunicare idee e sentimenti; il linguaggio della scienza che adopera concetti per trasmettere solo idee e, quando è più rigoroso, solo un’idea con un punto di riferimento empirico. Infine abbiamo il linguaggiodella religione e della spiritualità, che adopera simboli, immagini e archetipi, per comunicare pensieri emozioni ed intuizioni in particolare.
Le parole e i concetti sono termini statici, descrittivi ed analitici, paragonabili a una fotografia che rappresenta un oggetto o concezione ben definiti. I simboli, immagini ed archetipi, invece, sono termini dinamici con molteplici implicazioni ed applicazioni ed essi costituiscono una funzione del livello di coscienza e di essere della persona che li adopera, e che possono essere paragonati a un film. In termini pratici e concreti questo significa che ogni simbolo deve essere “elaborato” e interpretato dalla persona che lo adopera, personalizzandolo e operazionalizzandolo per poi incarnarlo! Immagini e simboli sono dunque come una “miniera” che va esplorata e scavata in tale modo da poter unire ed integrare le loro due polarità, quellauniversale e generica, con quella personale e specifica della persona che li adopera in quel momento particolare della sua vita e al suo livello di coscienza e di essere.
Quindi, mentre le parole del linguaggio di tutti giorni hanno uno o alcuni significati relativamente ben definiti e precisi, i concetti della scienza hanno un solo significato specifico e preciso con un punto di riferimento empirico; ma i simboli, le immagini e gli archetipi del linguaggio della religione e della spiritualità ne hanno tanti! Come tali, non possono essere trasmessi o “insegnati” ad altre persone e richiedono sempre un lavoro personale che una volta veniva chiamato la lectio divina.
Per quanto riguarda la grande analogia del microcosmo e macrocosmo, qui l’insight, o l’intuizione e realizzazione fondamentale, è molto semplice: tutto ciò che esiste nel mondo e nella storia, cioè all’esterno dell’uomo, esiste pure all’interno del suo essere e della sua coscienza. L’essere umano è quindi un vero ologramma del Tutto, una replica e sintesi di tutto ciò che esiste, e il punto d’incontro di tutte le dimensioni e aspetti della realtà. Per di più, questo significa che “solo il simile può conoscere il simile” come afferma un vecchio assioma ermetico; in altre parole, se una persona desidera vedere, interagire e fare scambi con qualche cosa che esiste nel mondo, deve prima attivare il suo aspetto corrispondente nel suo essere e nella sua coscienza. In questo senso, siccome la realtà è una trinità che include un aspetto fisico, psichico e spirituale, così anche l’uomo è un essere spirituale, psichico e fisico.
Il bastone del vescovo, il “pastorale”, è una bellissima immagine, simbolo e archetipo, di quello che io chiamo “l’asse verticale della coscienza”, cioè la dimensione “verticale” o qualitativa della coscienza umana. Questo “asse verticale” costituisce l’intuizione, la “pietra angolare” del mio pensiero e della mia opera, che aiuta a comprendere in modo razionale e coerente tutte le differenze, i paradossi e le contraddizioni che costellano l’esperienza umana. In particolare, è fondamentale per capire la natura, la dinamica e le manifestazioni dei simboli e archetipi i quali, essendo una funzione del nostro livello di coscienza e di essere, si trasformano e veicolano differenti implicazioni e applicazioni quando cambiamo il nostro livello di coscienza e di essere. Ci dice anche che “in alto” (ai livelli di coscienza superiori) tutto diventa semplice, chiaro e interconnesso, mentre “in basso” (ai livelli di coscienza inferiori) tutto diventa complicato, confuso e disconnesso!
Forse è per questo che il grande saggio e fondatore della psicosintesi, Roberto Assagioli, amava ripetere: “In basso non ci sono più soluzioni, mentre in alto non esistono problemi” e quindi l’unica via di uscita per i nostri problemi e sfide attuali, si trova nell’espansione ed elevazione del nostro livello di coscienza. Un altro simbolo, immagine e archetipo, molto simile a quello del “pastorale”, è il famoso caduceo, simbolo della medicina” il quale ha vari significati., implicazioni ed applicazioni, a vari livelli di coscienza e di essere. Uno in particolare è quello di rappresentare le tre grandi tappe nell’evoluzione della medicina: prima tappa, quella fisica o biochimica, seconda, quella psichica o psicosociale e terza, quella spirituale dove incomincia la linea causale per la maggioranza delle nostre patologie e malattie. Ma torniamo al simbolismo di “Babbo Natale”…
Circa un secolo fa, una bambina americana, Virginia, scrisse una lettera all’editore di Time Magazine, dicendo: “Mia madre afferma che Babbo Natale esiste, mio fratello invece ne nega l’esistenza, mentre mio padre dice che se lei pubblica qualche cosa su questo argomento, una risposta circa il suo esistere o no, allora questa sarà la verità! Babbo Natale esiste veramente?”. L’editore le rispose: “Cara Virginia, Babbo Natale è sempre esistito ed esisterà sempre”, ma non le spiegò chi fosse veramente questo mitico personaggio. Ed è proprio quello che vorrei fare ora con voi in chiave simbolica e spirituale.
Babbo Natale o San Nicola è, innanzitutto, un archetipo, un “simbolo” che rappresenta tutti quanti noi, cioè l’essere umano realizzato, quindi non quello che siamo oggi, ma quello che potremmo diventare un giorno. Sono questi il suo “segreto” e fascino, e la ragione per la quale troviamo questo simbolo non solo in tanti paesi e culture, ma anche in tante religioni. Nel Giudaismo mistico, Babbo Natale non è altro che “l’Anziano dei Giorni” della Cabala, l’immagine di Keter, del centro psicospirituale della testa. Nelle religioni teutoniche e nordiche era Wotan, ecc.
Ora, vi suggerisco un esercizio di visualizzazione e meditazione per aiutarvi a capire meglio e a vivere nella vostra interiorità, la maggior parte dei significati simbolici di questa grande e “magica” figura.
Cercate un posto confortevole, seduti o sdraiati, fate uno sforzo d’introversione, ritirando la vostra attenzione ed energie dal mondo fisico esteriore per rifocalizzarle sul mondo psichico interiore. Respirate ritmicamente e poi evocate e visualizzate la classica figura di Babbo Natale o di San Nicola. Qui, davanti a voi, sta un uomo vecchio, con i capelli e la barba bianchi, con i guanti bianchi e con un mantello rosso. Questo personaggio ha pure una slitta trainata da renne o cavalli alati (quindi che volano), e porta regali ai bambini del mondo. Guardando questo“mandala” o simbolo “composito”, ora ne isoliamo le diverse componenti… Ecco cosa troviamo:
– Un uomo anziano che rappresenta una “vecchia anima”, ossia una persona evoluta con tanta esperienza della vita terrena.
– I capelli e la barba bianca rappresentano la saggezza.
– I guanti bianchi rappresentano la purezza.
– Il mantello rosso è il simbolo della manifestazione dello spirito nella materia.
– Le renne o i cavalli alati sono il simbolo del potere di bilocazione, dei “viaggi fuori dal corpo” o dell’”esteriorizzazione del corpo astrale”.
– Il fatto che porti regali ai bambini ha un duplice significato. Quando una persona passa dal “regno o dominio della personalità” a quello dell’anima, oppure dalla sua “natura inferiore” a quella “superiore”, allora prova molto più gioia nel donare, nel fare regali, che non nel ricevere cose. Il secondo significato è ancora più semplice, quando se ne possiede la chiave interpretativa. Le “anime evolute”, i Saggi e Santi, percepiscono e definiscono gli esseri umani (al nostro livello di coscienza e di essere collettivo) come dei “bambini che combinano tanti guai e che non sanno quello che fanno”. Questo permette loro di accettare tante cose che, altrimenti, sarebbero inaccettabili o imperdonabili (la cattiveria, la violenza, le menzogne e ipocrisie, ecc.) e quindi di evitare molti conflitti, frustrazioni e depressioni se, non addirittura, l’odio verso gli esseri umani!
In conclusione, Babbo Natale non è altro che il simbolo o l’immagine dell’essere realizzato, di quello che tutti noi saremo un giorno.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://anima.tv/blog/2010/il-simbolismo-di-babbo-natale/
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