Di Lucio Di Marzo
"Cari fratelli e sorelle, appena possibile anch'io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l'abbraccio di padre e fratello e il sostegno della speranza cristiana".
Parla così papa Francesco, nel suo consueto discorso al termine dell'Angelus, da piazza San Pietro, parlando di una "vicinanza spirituale agli abitanti del Lazio, delle Marche e dell'Umbria, duramente colpiti dal terremoto di questi giorni. Penso in particolare alla gente di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, Norcia".
"Ancora una volta - aggiunge il Pontefice - dico a quelle care popolazioni che la Chiesa condivide la loro sofferenza e le loro preoccupazioni, prega per i defunti e per i superstiti. La sollecitudine con cui Autorità , forze dell'ordine, protezione civile e volontari stanno operando, dimostra quanto sia importante la solidarietà per superare prove così dolorose".
"Penso con gratitudine alle mense dove tanti volontari offrono il loro servizio, dando da mangiare a persone sole, disagiate, senza lavoro o senza fissa dimora. Queste mense sono palestre di carità che diffondono la cultura della gratuità , perché quanti vi operano sono mossi dall'amore di Dio e illuminati dalla sapienza del Vangelo".
ma resta pure dove sei ...
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