Di Alessandra Benignetti
A cosa pensano, come vivono, cosa provano i kamikaze del Fronte al Nusra mentre si preparano all’ultima missione della propria vita? Hanno dubbi, rimpianti, rimorsi? A svelarlo è un documentario intitolato “Dugma: The Button”, girato in Siria, dall’altra parte del fronte. Quella occupata dagli aspiranti kamikaze di al Nusra.
L’autore si chiama Paul Refsdal, ed è un regista norvegese di 52 anni che ha lavorato per più di trent’anni in diverse zone di conflitto, compreso l’Afghanistan dei Talebani. Nel suo ultimo lavoro ha voluto filmare i jihadisti che combattono contro Bashar Al Assad in Siria, durante la vita di tutti i giorni. Nel documentario, disponibile da martedì scorso su iTunes, vengono mostrati i futuri kamikaze che vivono normalmente le proprie giornate in attesa di entrare in azione, consapevoli che saranno le ultime prima di farsi saltare in aria. Refsdal li ha ripresi mentre mangiano, lavano i piatti, chiacchierano, per mostrare, afferma il regista, il lato umano dei jihadisti.
“Spero che prima di tutto il film faccia capire alla gente che i nostri nemici sono esseri umani e non sono esseri umani perfetti”, ha detto il regista all’agenzia Reuters, “possono essere impacciati, fare degli errori, a volte hanno dubbi o rimpianti”. Il regista ha poi dichiarato di aver cercato di rendere il lavoro il più possibile scevro da considerazioni esterne, per non influenzare il giudizio degli spettatori. “Ho soltanto voluto mostrare come i ribelli di al Qaeda vivono la loro quotidianità”, ha detto, infatti, il regista.
L’obiettivo del film è, quindi, quello di mostrare il “lato umano” dei combattenti e di chi sa che andrà incontro ad una morte certa. E quello di contribuire ad ispirare altri registi, spingendoli a “provare ad andare dall’altra parte”, per raccontare storie che, altrimenti, non verrebbero mai raccontate.
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