La Questura di Roma, guidata da Nicolò D'Angelo, ha ultimata il dossier relativo ai possibili bersagli di attacchi terroristici nel nostro paese. L'operazione, iniziata all'indomani degli attentati di Parigi, è ormai completata, come riferisce sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, e lo scopo dichiarato è quello di "proteggere quelli che sono diventati 'obiettivi primari' perché più vulnerabili".
Nell'elenco della Questura si prevedono - come del resto anche in molte altre città italiane - "piani di intervento ed evacuazione in caso di attacco", insieme a una piantina aggiornata della città che "deve servire a segnalare tutti i punti che possono trasformarsi in una via di accesso privilegiata per chi ha intenzione di colpire e quindi essere interdetti alla circolazione, proprio come è già accaduto per via della Conciliazione".
Il modus operandi dei terroristi è cambiato, come dimostrato gli ultimi attacchi, e gli obiettivi ormai si concentrano sulle persone e sui luoghi di aggregazione. Nel piano si è quindi deciso di stilare anche un elenco dettagliato dei locali, con "indicazioni relative agli ingressi, alle uscite di emergenza, alle vie di fuga". Sotto speciale osservazione ci sono tutti "i luoghi simbolo della cristianità", soprattutto dopo l'uccisione di padre Jacques Hamel nella parrocchia di Saint-Etienne-de-Rouvray; i controlli saranno intensificati escludendo però "possibilità di 'blindare' chiese e conventi".
Monitorati anche ulteriormente "i contesti di degrado urbano dove l’azione di uno straniero può trovare origine e sostegno", riporta la Sarzanini, mentre dovranno essere controllati rimossi tutti gli insediamenti abusi, con l'intenzione di effettuare "bonifiche negli stabili abbandonati, i container e i tutti i luoghi dove potrebbe trovare rifugio chi ha deciso di sottrarsi ai circuiti del controllo e dell’identificazione".
Due giorni fa c'è stata una riunione dei magistrati antiterrorismi italiani, nel corso della quale "è stato ribadito che il pericolo maggiore viene in questo momento dall’appello dell’Isis ai foreign fighters a non andare in Siria, importando la guerra in Europa con ogni mezzo'".
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