Arrestato Bachisio Angius, il ventisettenne di Sassari che ha picchiato Luca Isoni, un disabile, nel parcheggio di una discoteca a San Teodoro, Olbia. Ai carabinieri che lo arrestavano avrebbe detto “A me non mi picchia nessuno, nessuno può osare sfidarmi”.
Secondo il giudice per le indagini preliminari che ha disposto la detenzione cautelare in carcere, Bachisio Angius è un “soggetto ad alta pericolosità sociale” che “potrebbe compiere di nuovo reati simili”. Ai carabinieri che gli notificavano l’ordine di arresto si sarebbe mostrato spavaldo, secondo quanto scriveNicola Pinna su La Stampa:
L’ultimo atto di arroganza, Bachisio Angius, l’ha compiuto con le manette ai polsi, mentre i carabinieri gli notificavano l’ordine di arresto: «A me non mi picchia nessuno, nessuno può osare sfidarmi». Il bullo che ha malmenato un disabile in discoteca, e che diceva di essersi pentito, continua a dimostrarsi spavaldo. […] Il rischio, si legge nell’ordinanza, deriva principalmente dalla lunga sfilza di reati simili. «Ha numerosi precedenti: lesioni, minacce, detenzione abusiva di armi, fuga dopo un incidente con feriti, guida in stato di ebbrezza, esplosioni pericolose, e diffamazione – spiega il comandante del Reparto territoriale di Olbia, Alberto Cicognani – Qualche anno fa era stato arrestato dopo essersi presentato con un fucile in una discoteca di Sassari per minacciare un buttafuori».Il fatto più grave è quello avvenuto all’alba del 10 luglio nel piazzale di una discoteca di San Teodoro a una trentina di chilometri da Olbia. Bachisio Angius aveva deciso di festeggiare il compleanno e con un gruppo di amici e ha portato in giro per locali ancheLuca, un trentasettenne di Olbia che affronta da quando è nato una serie di gravi disturbi cognitivi. Un disabile al 90 per cento, un ragazzo timido e indifeso. Nel parcheggio del locale Angius si scaglia contro Luca come una furia. Lo picchia selvaggiamente, lo riempie di schiaffi e pugni fortissimi. Lo stende e minaccia di ucciderlo. Nel frattempo altri assistono alla scena, nessuno interviene e qualcuno registra tutto con un cellulare. Le immagini finiscono su Facebook. Le vede un carabiniere di Olbia, riconosce Luca e segnala tutto alla famiglia. Il padre e il fratello fino a quel momento avevano creduto al racconto che Luca ha fatto quando è tornato a casa ferito: «Ci ha raccontato che aveva avuto un incidente. Si vergognava di dirci la verità».Il video ha fatto subito il giro d’Italia e mentre tutti si indignavano, i carabinieri hanno fatto partire le indagini. «Adesso dobbiamo proseguire con la seconda parte dell’indagine – sottolinea il capitano Andrea Senes – Dobbiamo comprendere il ruolo degli altri ragazzi che erano presenti». Qualcuno si è vantato sui social di aver visto tutto, ma poi ha cancellato il commento. E solo uno si è presentato martedì dai carabinieri di Sassari. Ma tutta la banda che si è divertita di fronte allo spettacolo terribile del disabile massacrato di botte ha davvero i giorni contati.
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