Di Matteo Carnieletto
L’attacco terroristico compiuto ieri sera all’aeroporto Ataturk di Istanbul, che ha provocato la morte di 41 persone, sembra essere piovuto sulla Turchia come un fulmine improvviso. Un attentato micidiale, paragonabile a quelli compiuti dal sedicente Stato islamico lo scorso 22 marzo a Bruxelles.
L’attacco terroristico compiuto ieri sera all’aeroporto Ataturk di Istanbul, che ha provocato la morte di 41 persone, sembra essere piovuto sulla Turchia come un fulmine improvviso. Un attentato micidiale, paragonabile a quelli compiuti dal sedicente Stato islamico lo scorso 22 marzo a Bruxelles.
In realtà l’allerta, fin dall’altro ieri, era altissima. Proprio il 27 giugno l’ambasciata americana ad Ankara pubblicava un importante messaggio ai turisti americani che si trovavano nel Paese: “Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti mette in guardia i cittadini statunitensi di un aumento delle minacce da parte di gruppi terroristici in tutta la Turchia e consiglia di evitare viaggi nella Turchia sud-orientale”.
L’ambasciata – dopo aver ricordato di come, recentemente, i turisti siano finiti sotto il fuoco dell’islamismo e siano stati “presi di mira i grandi eventi sportivi, i teatri, i mercati, i servizi di aviazione, i sistemi di trasporto” – consigliava la massima prudenza ai turisti Usa. Veniva poi snocciola una serie di consigli utili: evitare le masse e i raduni politici; non dirigersi verso il confine siriano ed essere sempre vigili.
Le parole del Dipartimento di Stato e di quelle dell’ambasciata Usa sono chiare: la minaccia terroristica ieri era alta. Altissima. Eppure, nonostante tutte le precauzione che sicuramente saranno state messo in atto, i terroristi sono comunque riusciti ad agire. La minaccia è stata presa troppo alla leggera? Oppure qualcosa non ha funzionato negli strumenti di sicurezza?
FONTE:http://www.occhidellaguerra.it/istanbul-allarme-usa-prima-dellattentato/
FONTE:http://www.occhidellaguerra.it/istanbul-allarme-usa-prima-dellattentato/
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