Di Salvatore Santoru
Il defunto leader radicale Marco Pannella fu un personaggio alquanto singolare e "atipico" all'interno del panorama politico italiano.
Pannella si fece interprete di un "liberalismo radicale" che andava oltre i dogmatismi ideologici imperanti e pur non dimenticando certe sue controverse scelte e strategie politiche, ad egli va riconosciuto il merito di essere stato l'interprete di uno "spirito radicalmente libertario" assai raro all'interno della politica italiana, sia essa di destra come di sinistra.
Per questo Pannella risultava assai scomodo ai vertici delle "parrocchie politiche" dominanti l'Italia, quella democristiana e quella comunista.
Dai vertici comunisti egli era malvisto per la sua critica della violenza politica nonché del totalitarismo in sé, al di là di quale colore politico potesse assumere.
C'è da segnalare che lo stesso leader radicale ricevette addirittura l'accusa di "fascismo" per un un suo discorso risalente al 1979.
Difatti, come riportato da Wiipeda(1) Pannella fu accusato di aver fatto un "discorso fascista" da parte del politico comunista Giorgio Amendola per via del fatto di aver paragonato le azioni terroristiche delle Brigate Rosse alla strage di via Rasella(ordinata dallo stesso Amendola) durante il ventunesimo congresso del Partito Radicale, e il politico comunista Luciano Lama sostenne inoltre che«Tra Pannella e la sinistra, tutta la sinistra non c'è, né ci può essere, affinità elettiva».
In seguito, Pannella ribadì la sua condanna della strage di Rasella(rivendicata dal PCI) ed espresse anche empatia verso i soldati che erano stati uccisi sostenendo che: «Ricordare che erano sud-tirolesi i ragazzi di via Rasella è fare insulto alla Resistenza? [...] vorrei poter portare fiori sulle tombe di quei 40 ragazzi, il cui nome non è scritto da nessuna parte, se non nella nostra convinzione che non si trattava di cose (come qualcuno sembra credere) ma di persone, di uomini che avevano delle madri, delle mogli, dei figli, che erano capaci di pensare, di sentire, di baciare».
Al di là delle valutazioni legate all'ideologia e delle versioni storiche, c'è da segnalare che il discorso di Pannella risulta del tutto coerente con il pensiero libertario,non violento e tendenzialmente pacifista che esprimeva, e bisogna riconoscere il coraggio avuto dallo stesso politico radicale nel denunciare l'inutilità dell'attacco e della conseguente strage di via Rasella(2), compiuta da alcuni guerriglieri gappisti e che costò la vita a 33 soldati tedeschi e 2 civili italiani,tra cui il bambino Piero Zuccheretti(3), strage che al tempo veniva elogiata(tanto che Amendola parlò delle "medaglie d'oro" per via Rasella) e che storicamente fu il preludio alla terribile rappresaglia nazista delle Fosse Ardeatine(4).
NOTE:
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