DAL TESTO - "Nei racconti di Marcello Gallian [...] alle lotte e alle esperienze dei fascisti si sovrappongono quelle dei comunisti. C'è un filo rosso che lega il fascismo giusto ed egualitario a un certo comunismo ideologicamente "grossolano", molto legato agli impulsi rivoluzionari e antiborghesi e poco alle dottrine del marxismo scientifico. Quel senso di comunismo umanitario e non dogmatico è, di fatto, patrimonio genetico di molti giovani intellettuali di fede mussoliniana.
"Secondo Bilenchi, Gallian e diversi settori del fascismo intellettuale, la rivoluzione rossa e quella nera rappresentano manifestazioni di un unico "spirito rivoluzionario": spirito prodotto da un sentimento collettivo e dal suo concreto operare all'interno della storia. Bolscevismo e fascismo sono il logico sviluppo di un rifiuto del capitalismo e del sistema parlamentare. I giovani degli anni Trenta ereditano dalle generazioni precedentil'odio verso la classe liberale, e quindi verso la borghesia e i moderati. Non anche verso il socialismo (debellato ormai da tempo), che viene così percepito come meno nemico e meno lontano, al punto che lo stesso Gioacchino Volpe, lungi da qualsivoglia simpatia socialista, nella sua Storia del movimento fascista arriva a considerare come possibile una fusione tra fascismo e socialismo.
"Bilenchi, nelle sue opere letterarie, individua le analogie strutturali tra fascismo e comunismo soprattutto nella loro comune natura di rivoluzione nazionale e antiborghese. Richiama così il fascismo alla propria radice di sinistra; ne evidenzia il vecchio ardore rivoluzionario; lo colloca vicino al comunismo. In questo modo, Bilenchi e i settori "di sinistra" del fascismo polemizzano contro gli elementi conservatori del Regime, accusandoli di essere dei normalizzatori, dei burocrati opportunisti che agitano lo spauracchio del bolscevismo solo per attuare una rigida politica di destra".
L'AUTORE - Nato nel 1977, Ivan Buttignon è collaboratore didattico e cultore di Storia contemporanea presso l'Università di Trieste e assistente e ricercatore di Storia delle comunicazioni di massa presso l'università di Udine. Particolarmente interessato al Ventennio mussoliniano, è autore di apprezzati saggi monografici, tra i quali: Garibaldi e la croce celtica, Il ruolo totalitario delle riviste bibliografiche nel ventennio fascista e Le influenze culturali del Governo Militare Alleato negli anni 1945-1954. Di Ivan Buttignon, prossimamente Hobby & Work pubblicherà Gli spettri di Mussolini, un saggio divulgativo dedicato alla storia dei simboli che hanno caratterizzato il regime fascista.
INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Giorgio Galli - Introduzione - Capitolo I. Camicie nere e cuori rossi - Capitolo II. Mussolini e i sindacati - Capitolo III. Intellettuali e rivoluzionari - Capitolo IV. Lo "Strapaese" - Capitolo V. Tra rivoluzione e tradizione. Camillo Pellizzi - Capitolo VI. A Mosca! A Mosca! - Capitolo VII. Un compagno di nome Nicolino - Capitolo VIII. La politica del "Giano bifronte" - Capitolo XI. I bolscevichi del Duce - Capitolo X. Garibaldini, fasci, spighe e arditi - Capitolo XI. Aria di famiglia: il Risorgimento e la sinistra fascista - Capitolo XII. Ah, no davvero! La RSI e il fascismo di sinistra - Capitolo XIII. La rinascita dalle ceneri. Il fascismo di sinistra nel dopoguerra - Capitolo XIV. Togliatti e i fascisti: un'ambigua amicizia - Capitolo XV. Neofascismo tra "redenti" e reazionari - Capitolo XVI. O con Pinochet o con i Vietcong - Capitolo XVII. Tracce nere (ma di sinistra) nelle politiche del dopoguerra - Capitolo XVIII. Un socialdemocratico al servizio del Regime: Alberto Beneduce - Capitolo XIX. Considerazioni finali: il fascismo è come Moby Dick.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/4128-compagno-duce
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione