RUSSIA: “Linea Diretta” con Putin. Esperimento mediatico ormai rodato
Di Martina Napolitano
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Giovedì 14 aprile a partire dalle 12 (ora di Mosca) è stata trasmessa l’annuale “Linea Diretta” con Vladimir Putin, quest’anno alla quattordicesima edizione. Si tratta di un particolare reality/talk show, nel quale al presidente vengono poste domande da parte dei cittadini su temi e questioni che vogliono sollevare. Il risultato della trasmissione (quest’anno durata circa 3 ore e mezza) è un incredibile accrescimento della popolarità putiniana, garantito dalla maestria oratoria dell’intervistato, che si mostra vicino e accessibile alla popolazione, anche attraverso l’uso di un registro medio, semplice, diretto e chiaro, nel quale non mancano nemmeno vezzeggiativi e diminutivi nel rivolgersi ai propri interlocutori (Katja per Ekaterina per intenderci). Le domande pervenute ai centralini del Gostinyj dvor di Mosca, dove si è svolta la “Linea Diretta”, sono state oltre 2 milioni (attraverso chiamate, messaggi, video ed anche il social popolare in Russia vKontakte); a circa 80 di esse il presidente ha risposto. Temi favoriti l’economia, la politica interna ed estera, le questioni sociali e amministrative (stipendi non pagati, pensioni basse, infrastrutture più che precarie o inesistenti, ma si è parlato anche delle prossime elezioni), ed anche i recenti Panama Papers.
Economia
La crisi economica in Russia si fa sentire, e non a caso molti cittadini hanno sollevato la questione dell’inflazione, che, a loro avviso, soprattutto sui prodotti alimentari e sui medicinali è cresciuta ben oltre il 12,9% attestato dal governo. Putin ha riconosciuto un certo grado di verità in ciò, per quanto abbia ribadito che i dati distribuiti dal governo sono veritieri: “bisogna credere sia allo scontrino che al governo” ha affermato. Ha poi comunque sviato il discorso sulla provenienza delle merci: la Russia, ha affermato, ha rinunciato a molte merci estere, ma deve ancora lavorare sulla produzione interna. L’economia russa, a suo parere, si trova al momento in una zona grigia: “la situazione ancora non si è riassestata, ma il trend è positivo” e promette una crescita già a partire dal prossimo anno. A chi domanda se il paese non si sia economicamente “chiuso in se stesso”, Putin risponde che gli esperti non danno affatto questa lettura alla situazione.
Amministrazione interna
A qualsiasi questione venga sollevata dai cittadini, Putin ha sempre una risposta pronta, che conferma l’operato del governo già attivo su questo o quest’altro fronte (siano esse le infrastrutture o gli stipendi non pagati). Alle elezioni il suo partito Edinaja Rossija (Russia Unita) si presenterà, a suo avviso, bene, se non altro per l’esperienza maturata al governo negli anni. Governare un paese per così tanto tempo vuol dire assumersi delle responsabilità, ha detto il presidente, “anche per quelle questioni che ancora non si sono affrontate”. Parlando degli altri partiti ha, a suo modo, riconosciuto loro anche personalità importanti: “il sindaco di una delle città più importanti (Ekaterinburg) è diventato – come si chiama? – rappresentante della Demokratičeskaja Platforma (in realtà della Graždanskaja Platforma, nda)”.
Kadyrov
In merito alla recente e “inaspettata” conferma di Kadyrov a presidente della Repubblica Cecena, e alla presunta minaccia che lo stesso attraverso un video avrebbe fatto a Michail Kas’janov (presidente del partito PARNAS), Putin si è espresso non condannando in alcun modo il leader ceceno; ne ha al contrario ricordato il passato e il carattere turbolento, nonostante il quale tuttavia Kadyrov ai suoi occhi è rimasto una persona buona, sincera.
Siria
Le forze russe in Siria hanno operato bene; Putin ne ha annunciato il ritiro nel momento in cui “l’esercito siriano si è trovato in una situazione tale da poter condurre operazioni autonomamente”. Ad una risoluzione del conflitto, in ogni caso, si può arrivare a suo avviso solo attraverso la diplomazia.
Nagorno-Karabakh
I recenti scontri nella regione caucasica non lasciano indifferente la Russia; Putin invoca il raggiungimento di un compromesso. “È un conflitto di lunga data; è stato come congelato. Purtroppo è esplosa la violenza. Faremo di tutto perchè si riassesti la situazione. Anni fa mi pareva che un compromesso fosse stato raggiunto, ma evidentemente non è stato così. Tuttavia continueremo a collaborare. Checché se ne dica, la Russia è interessata al risolvimento di questa questione”.
Ucraina
Riguardo l’attuale situazione in Ucraina Putin ha commentato: “Non si è registrata nessuna scelta democratica e civile. Gli stessi oligarchi hanno in mano il potere, e tengono i propri conti in offshore all’estero (riferendosi a Porošenko, nda)”. Anche economicamente il paese non ne ha giovato: “l’inflazione in Ucraina ora è al 49%, le tariffe sul gas si sono alzate più del 50%” ha affermato il presidente. Per quanto riguarda gli accordi di Minsk sul Donbass, Putin ha girato la questione alle controparti “occidentali”: la Russia, a suo parere, “ha fatto tutto ciò che è stato richiesto”, ed ora tocca all’Ucraina ed ai suoi partner “seguire la via indicata” dal Protocollo. Inoltre, ha affermato di concordare con Porošenko sulla proposta di armare i rappresentanti OSCE nell’area. Non è mancato il tema Crimea, presentato anche attraverso una videochiamata in diretta dal porto da dove si sta avviando la costruzione del ponte che attraverso lo stretto di Kerč dovrà unire Russia e Crimea. Gli interlocutori di Putin dalla Crimea hanno disegnato una cartina quasi turistica della penisola, invitandoci anche il presidente per le prossime vacanze. Ciononostante, una studentessa di Kerč ha ricordato il grave problema della fornitura discontinua di elettricità, che ha comunque avuto i suoi lati paradossalmente “positivi”: “i bambini hanno iniziato a leggere di più”.
Panama Papers
Putin ha confermato la veridicità delle informazioni fornite a riguardo, ma ha difeso comunque l’amico violoncellista Sergej Roldugin. Ha però aggiunto che i media che hanno diffuso queste informazioni sono, a suo parere, legati agli Stati Uniti (compreso il Süddeutsche Zeitung, che rientra in una holding in mano alla Goldman Sachs), interessati a screditare la sua figura. “E più vicini saremo alle elezioni, più aumenteranno queste fughe di informazioni”.
Chi salverebbe per primo Vladimir Putin in caso di bisogno: Porošenko o Erdogan? (Domanda posta dalla 12enne Varja) “Se qualcuno ha deciso di affogare, salvarlo è già impossibile. Siamo pronti a dare una mano a qualsiasi partner, se lui stesso lo vuole”. Le parole dirette alla Turchia, inoltre, in risposta ad un’altra domanda, sono molto dure: “lì il potere non lotta con gli estremisti, ma ci collabora. Al sud c’è poi quasi una guerra civile con tanto di carri armati e artiglieria”.
Stando al presidente, chi sarebbe peggio alla guida degli Stati Uniti: Clinton o Trump? “Noi dobbiamo capire con chi dei due piuttosto sarebbe meglio collaborare. Abbiamo molti fronti comuni, l’Iran, la lotta al terrorismo, e tanti altri. Ma gli Stati Uniti dovranno uscire dal presupposto errato di essere gli unici… è un errore gnoseologico. È necessario lavorare insieme ai propri partner, e tra di essi c’è la Russia”.
FONTE:http://www.eastjournal.net/archives/72084
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