Di Filomena Fotia
Le galassie, sembra, sono animali socievoli e amano raccogliersi in grandi gruppi, noti come ammassi. In realtà è la forza di gravità che mantiene le galassie di un ammasso vicine tra loro a formare un’unica entità. L’attrazione gravitazionale proviene anche da grandi quantità di materia oscura, oltre che dalle galassie che vediamo. Gli ammassi contengono centinaia, fino a migliaia di galassie e misurano tra i 5 e i 30 milioni di anni luce.
Gli ammassi di galassie non hanno forme ben definite e perciò è difficile determinare esattamente dove iniziano e dove finiscono. Gli astronomi però hanno stimato che il centro dell’ammasso della Fornace si trova a circa 65 milioni di anni luce da Terra. Quello che si conosce meglio è che contiene circa sessanta galassie grandi e un numero simile di galassie nane. Gli ammassi di galassie come questo sono comuni nell’Universo e illustrano la potente influenza della gravità su distanze ampie e come questa possa raccogliere le enormi masse delle singole galassie in un’unica regione.
Al centro di questo particolare ammasso, tra le tre macchie di luce sfuocate sul lato sinistro dell’immagine, si trova la cosiddetta galassia cD – un vero cannibale galattico. Le galassie cD come questa, NGC 1399, sono simili alle galassie ellittiche ma molto più grandi e circondate da un debole ed esteso inviluppo [1], dovuto al fatto che esse sono cresciute inglobando galassie più piccole, condotte verso il centro dell’ammasso dalla forza di gravità [2].
Ci sono prove che questo processo stia letteralmente accadendo sotto i nostri occhi – se si guarda abbastanza da vicino. Il recente studio di un gruppo di astronomi, guidati da Enrichetta Iodice (INAF – Osservatorio di Capodimonte, Napoli, Italia)[3], che sfrutta i dati del VST dell’ESO, ha rivelato un debole ponte di luce tra NGC 1399 e la galassia, più piccola, alla sua destra: NGC 1387. Questo ponte, che non era mai stato visto prima (ed è troppo debole per essere visibile in questa fotografia), è più blu di entrambe le galassie e questo indica che è formato da stelle create dal gas strappato a NGC 1387 dall’attrazione gravitazionale di NGC 1399. Nonostante non ci siano indizi di interazioni in atto nell’ammasso della Fornace in generale, sembra che almeno NGC 1399 si stia ancora cibando dei suoi vicini.
In basso a destra nell’immagine si vede la grande spirale barrata NGC 1365, un rappresentante suggestivo della sua classe, con la barra molto evidente che passa proprio per il centro della galassia e i bracci a spirale che emergono dalle estremità della barra. In accordo con la natura delle galassie d’ammasso, c’è più in NGC 1365 di quel che appare. È infatti classificata come una Galassia di Seyfert, con un nucleo attivo brillante che contiene un buco nero supermassiccio al centro.
Questa immagine spettacolare è stata catturata dal telescopio VST (telescopio per survey del VLT) all’Osservatorio dell’ESO al Paranal in Cile. Con un diametro di 2,6 metri, il VST non è sicuramente un grande telescopio per gli standard odierni, ma è stato progettato appositamente per condurre survey su aree ampie di cielo. Ciò che lo distingue è il suo grande campo di vista corretto e la sua camera da 256 megapixel, OmegaCAM, specificamente sviluppata per survey del cielo. Con questa camera il VST può produrre rapidamente immagini profonde di grandi aree del cielo, lasciando ai telescopi veramente grandi – come il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO – il compito di esplorare i dettagli dei singoli oggetti.
Note
[1] L’immagine cattura solo le regioni centrali dell’ammasso della Fornace, che si estende su una zona molto più grande di cielo.
[2] La galassia centrale è spesso la galassia più brillante dell’ammasso, ma in questo caso la galassia più brillante, NGC 1316, si trova ai margini dell’ammasso, appena fuori dall’area coperta da questa immagine. Nota anche come Fornax A, è una delle sorgenti radio più potenti del cielo. Le onde radio, che possono essere viste da speciali telescopi sensibili a questo tipo di radiazione, emanano da due enormi lobi che si estendono nello spazio da entrambi i lati della galassia visbile. L’energia che alimenta l’emissione radio proviene da un buco nero supermassiccio che si nasconde al centro della galassia e che emette due getti opposti di particelle di alta energia. Questi getti producono le onde radio scavando nel gas rarefatto che occupa lo spazio tra una galassia e l’altra nell’ammasso.
[3] “The Fornax Deep Survey with VST. I. The extended and diffuse stellar halo of NGC1399 out to 192 kpc” di E. Iodice, M. Capaccioli , A. Grado , L. Limatola, M. Spavone, N.R. Napolitano, M. Paolillo, R. F. Peletier, M. Cantiello, T. Lisker, C. Wittmann, A. Venhola , M. Hilker , R. D’Abrusco, V. Pota, e P. Schipani è stato pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal.
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