Francesco Introna, professore ordinario di Medicina Legale nell’Università di Bari, farà parte del collegio dei periti che esprimerà il proprio parere in uno dei casi più noti e terribili della storia dei carabinieri in Italia essendo il geometra romano rimasto ucciso in una caserma della Benemerita della capitale nell’ottobre 2009 per le percosse subite dopo esser stato arrestato per il possesso di stupefacenti.
Ma che cosa c’entra il medico legale Introna già più volte consulente di parte anche nel processo che ebbe come imputato a Bologna Raffaele Sollecito e fu candidato del PDL alle elezioni comunali di Bari? La difesa di Cucchi ne ha chiesto l’incompatibilità che tuttavia è stata respinta dai giudici che hanno verificato che dal 1983 Introna è un massone “in sonno”.
Introna ha raccontato che nel 1979 si era laureato in Medicina legale e l’anno dopo, anche su invito del medico Roberto Gagliano Candela, si iscrisse alla loggia Saggezza Trionfante. Introna ha aggiunto :”La mia convinzione di essere stato espulso dalla massoneria risultava confermata dal fatto che un paio di anni fa ricevetti l’onorificenza di Commendatore per meriti professionali e in questo caso la mia persona fu oggetto di accertamenti da parte dei carabinieri su incarico della prefettura. Perciò ritengo che se fossi stato in “sonno” questa circostanza in “sonno” sarebbe venuta fuori. Invece i carabinieri non mi chiesero nulla.”
A leggere le istruzioni comunicate a Introna e i suoi due giuramenti (adesione e testamento sono richiesti al nuovo adepto prima che si arrivi al gradimento della Loggia espresso dai voti dei confratelli) si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una società segreta ancora vitale per chi vi aderisce con compiti che influiscono fortemente sulla sua vita.
In questo senso, la reticenza del perito pugliese da una parte si spiega facilmente, dall’altra fa capire ancora una volta come la parte politica di cui il medico faceva parte non aveva-ed era ricambiata dallo sfortunato giovane romano-un atteggiamento nettamente ostile. Di qui la richiesta della difesa nella nuova inchiesta sui carabinieri che – per quanto sappiamo fino ad oggi -picchiarono a morte Stefano Cucchi sette anni fa.
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