Di Paola Bisconti
Il più antico racconto dell’umanità è diventato un testo fruibile per grandi e bambini grazie alla pubblicazione “Gilgamesh, l'Epopea del Re di Uruk” a cura di Alessandra Grimaldi e illustrato magnificamente da Forough Raihani e di Laurie Elie edito da L’asino d’oro. Il libro racconta una vicenda mitica ricca di avventure dove i personaggi sono degli umani che affrontano gli dèi e li sfidano con impavido coraggio. Il desiderio di appropriarsi del mistero dell’immortalità abbaglia antichi eroi che lottano con audacia, amano con passione estrema, vivono con assoluta intensità.
“Non temeva il fato il coraggioso re, ma seguiva raggi di sole e sentimenti per scoprire, finalmente, quella verità che gli toglieva il sonno e il respiro”, Gilgamesh doveva comprendere il senso della vita.
Il volume che appare come un’opera d’arte per la cura grafica e l’esposizione dei contenuti è di rara bellezza. Gioiello letterario giunto a noi grazie alla sensazionale scoperta dall’archeologo Austen Henry Layard che nel 1939 ritrovò in Mesopotamia, lì dove vissero gli Assiri e si diede origine alla cultura sumerica, le tavolette d’argilla dove vi era riportato un racconto rimasto ignaro in Occidente per oltre cinquemila anni. Questo reperto rappresenta la testimonianza più interessante di una civiltà antichissima sorta tra il Tigri e l’Eufrate. Le 25.000 tavolette scritte in carattere cuneiforme ritrovate nei resti di quella che fu la Biblioteca di Assurbanipal, oggi si trovano al British Museum di Londra.
La grande poeticità del poema e la complessità degli argomenti così come della trama fanno di quest’opera uno dei lavori letterari più importanti della Storia dell’uomo prima ancora dell’Iliade Omerica o della Bibbia. Nel racconto allegorico si narrano le gesta di un uomo che ha osato opporsi alla volontà degli dei, ha celebrato l'importanza dei sogni, della fantasia e della passione amorosa. Endiku osa affrontare l’indiscusso re Gilgamesh “il più forte, il più bello, all’ombra, al sole, fino alle stelle, nel silenzio e nel rumore”. E così i due impavidi guerrieri si addentrano nella foresta dei cedri, in una strada impervia, scura e colma di trappole. Come quella offerta da Ishtar, donna bramosa, che desidera essere posseduta da Gilgamesh, “potente semidio tra umili e miseri mortali”. Il re nonostante la tentazione carnale rifiuta la “femmina desiderosa” che si scaglia contro di lui ricorrendo al fuoco e al veleno sprigionato dal Toro del Cielo. “L’amore non si pretende” dice Gilgamesh a Ishtar, ormai vinta.
Il racconto è disponibile anche in versione audio dove la lettura del racconto è affidata alla voce di Francesco Pannofino accompagnata dalla musica di Giorgio Giampà. Per ascoltare la storia così come per leggere le pagine del testo e ammirarne le immagini occorre affidarsi alle prime parole riportate: “Ancor prima delle note gesta epiche, ancor prima delle sacre fiabe, esisteva un mondo di amore e di tragedia, di lacrime e di avventure, di buio e di luce. Un mondo di dèi ed eroi, scolpito su terrose lastre d’argilla perché indelebile ne fosse il ricordo. Ecco l’inizio di un viaggio fantastico con un solo bagaglio: la fantasia”.
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