Franco Berardi (Bifo): “Dopo il futuro: Dal Futurismo al Cyberpunk”

apr 12, 2016 0 comments
Di Tiziana Terranova
Franco Berardi (Bifo), Dopo il futuro: Dal Futurismo al Cyberpunk. L’esaurimento della Modernità, DeriveApprodi, Roma 2013, pp. 136, € 14.00
In una delle sue lezioni al Collège de France, Michel Foucault offre questa spiegazione del rapporto tra il sapere dell’intellettuale e la lotta. Non spetta all’intellettuale esortare il popolo alla lotta (‘battetevi contro questo in tale o talaltro modo’), piuttosto quello che il sapere dovrebbe fare è dire, rivolgendosi a coloro che vogliono lottare, ‘se volete lottare, ecco dei punti chiave, delle linee di forza, delle zone di chiusura e di blocco’1.  È chiaro che nonostante il titolo del nuovo libro di Franco Berardi sia carico di parole quale ‘dopo il futuro’ e ‘esaurimento’, esso non può fare a meno o non intende dissaduere dalla lotta, dalla ricreazione del futuro, non è un libro cioè che ci dissuade da quell’atto fondamentale per qualsiasi pratica politica costituente che è credere nel mondo. E tuttavia, da schizoanalista qual è, si tratta di un libro che pone pesantemente l’accento sui blocchi del desiderio e quindi delle lotte, o nei termini del libro, esso pone la centralità della questione della sensibilità, dell’empatia e dell’etica. Si tratta di un libro che pratica l’arte schizoanalitica della diagnosi, mettendo in evidenza tutta una serie di sintomi, culturali e sociali, che mostrano l’evoluzione e l’esaurimento di quella idea di futuro che ha giocato un ruolo fondamentale nei movimenti politici del novecento, e le conseguenze oggi del suo esaurimento.
Il futuro di cui parla Bifo non è ovviamente ‘una dimensione naturale della mente umana’, non è la certezza cioè che qualsiasi cosa faremo, il tempo scorrerà comunque ingrossato da un passato sempre più ingombrante, imbrigliato in un presente limitato, aperto verso l’imprevedibile evento del domani. Il futuro di cui ci parla è una secrezione della soggettività, ha a che fare col modo in cui le soggettività si pongono in relazione al mondo, ed è dunque l’espressione di quei concatenamenti macchinici che investono e formano la soggettività nelle economie e società capitaliste. Il futuro concepito come progresso e cambiamento radicale erompe nel novecento nell’immaginario sociale e culturale come effetto della velocità del mutamento. Le avanguardie italiane e russe ne esprimono due anime e impulsi opposti: la velocità del futuro espresso dall’accellerazione dell’automobile si realizzano nell’esaltazione della guerra e nella repressione del femminile sociale del futurismo italiano (‘il disperato tentativo di non essere femmina’), ma anche nelle pieghe morbide delle avanguardie russe che ‘mettono nel futuro un’enfasi più sfumata, differenziata, ricca’ e lo esprimono in una concezione dell’amore come gioco erotico-poetico. Il general intellect  non è semplicemente un insieme di saperi codificati nella macchina, ma anche espressione di un certo tipo di energia, quella propulsiva della combustione e del motore termodinamico, che attraversa la soggettività moderna spingendola ad immaginare il vettore della velocità come forza distruttiva e creativa allo stesso tempo. La macchina termodinamica è anche una macchina del piacere, e come ci hanno ricordato Luciana Parisi e Klaus Theweleit, essa mobilita e enfatizza una struttura del godimento maschile fatta di scarica entropica e  malinconico ritorno all’ordine2.

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