Le concezioni tradizionali e progressiste dell'età e delle tappe di vita
Di Salvatore Santoru
Nella società attuale l'importanza dell'età è delle tappe di vita costituisce una delle tematiche più discusse nell'ambito della cultura di massa e popolare.
Tra le due posizioni contrapposte dominanti si hanno la concezione "conservatrice" e quella "progressista", dove la prima si richiama all'interpretazione delle tappe di vita tradizionale mentre la seconda adotta una posizione più flessibile e legata alle condizioni della società postmoderna.
Solitamente i conservatori e/o tradizionalisti criticano la società attuale in quanto considerata fondata su una sorta di "degenerazione anagrafica" e sul mito dell'eterna giovinezza, mentre i progressisti/modernisti sostengono che l'età è relativa e che ciò che è importante è ciò che si sente dentro.
Da parte conservatrice si esalta la concezione rigida delle fasi di vita tipica delle società tradizionali, mentre da parte progressista si radicalizza quel processo storico che ha portato,dalla "scoperta" novecentesca dell'adolescenza(1) in poi, a un sempre maggiore interesse e primato dello "spirito della giovinezza", un tempo demonizzata socialmente e culturalmente sopratutto per questioni religiose.
"Spirito della giovinezza" che nella secolarizzata e progressista società occidentale è diventato egemone, tanto che si parla sempre di più dell'esplodere della cosiddetta "sindrome di Peter Pan", che prima di essere una mera condizione psicologica rappresenta un cambiamento di mentalità a livello socioculturale e una sorta di "istituzionalizzazione" e "maturazione" di una parte delle istanze progressiste e giovanilistiche che hanno attraversato l'Occidente dagli anni 60 in poi, mettendo in crisi e superando la concezione tradizionale dell'età e delle fasi di vita.
NOTE:
(1)http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2015/05/ladolescenza-leta-che-non-esiste.html
FOTO:http://www.lurlo.info
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