La paralisi del sonno (o paralisi ipnagogica) si presenta come un brusco risveglio nel cuore della notte o alle luci dell’alba con la sensazione di essere completamente paralizzati e di asfissia.
Poi la visione: quella di un fantasma o di un demone, magari appollaiato sul proprio petto che opprime la possibilità di respirare, come nella celebre ed intrigante opera di Johann Heinrich Füssli, oppure di una strega che in piedi accanto al proprio letto impedisce alla vittima di turno di muoversi, degli alieni o, a seguire, di tutte le diverse forme che, a seconda dei tempi e della cultura in cui viviamo, prendono i nostri incubi; oppure la sensazione di levitare.
La paralisi ipnagogica è un disturbo del sonno che si verifica durante la fase di addormentamento e, soprattutto, al momento del risveglio; può durare da alcuni istanti fino ad un paio di minuti e consiste in una paralisi di tutti i muscoli corporei a cui, tuttavia, corrisponde una piena coscienza del soggetto coinvolto che riesce talvolta a fare dei piccoli movimenti, ad esempio con gli occhi e le dita. Molto spesso si avverte una sensazione di soffocamento dovuta allo stato di immobilità in cui ci si trova che, in passato, veniva spiegata con la presenza di un estraneo minacciosamente seduto sul cuore.
La paralisi del sonno è una parasonnia molto diffusa che si presenta durante lo stato ipnagogico (di addormentamento) o quello ipnopompico (di risveglio). I sintomi comuni sono coscienza, rigidità dei muscoli e difficoltà respiratorie. Spesso la paralisi è accompagnata anche da allucinazioni di esseri mostruosi, a cui il cervello attribuisce la responsabilità del malessere “facendoli sedere” sullo stomaco o rappresentandoceli mentre ci strozzano. Altre volte si tratta di presenze oscure che non sono raffigurate vicine al soggetto paralizzato, ma che comunque infestano la stanza. Le allucinazioni, oltre che visive, possono essere anche (o esclusivamente) uditive. L’impossibilità di muoversi e lo stato d’ansia che ne deriva accrescono la paura e, se da un lato portano la psiche ad elaborare angosciose rappresentazioni oniriche durante la paralisi, dall’altro portano il soggetto sofferente a chiedersi, dopo la crisi ipnagogica, se si sia realmente corso un pericolo (di soffocamento, ad esempio). Ebbene, i medici definiscono la paralisi del sonno un fenomeno benigno, privo di conseguenze. Altro è il discorso se si associano altre sofferenze come la narcolessia.
Altre volte a questo malessere si associa la sensazione di levitare. In questi casi il soggetto sofferente potrebbe percepire non tanto la rigidità muscolare, quanto l’impressione di volare o di uscire dal proprio corpo. Non è detto che questa sensazione porti con sé i “mostri” e che venga percepita con angoscia dal sognatore.
Spesso la paralisi del sonno viene confusa con allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche che possono accompagnare l’irrigidimento di muscoli, ma che in altri casi possono prescindere dalla paralisi. Queste allucinazioni – quando non associate alla paralisi – possono avere cause estremamente serie e non vanno confuse con fenomeni molto comuni come le illusioni (ad esempio la vestaglia appesa che sembra un fantasma) o meno “complessi” come le allucinosi, nelle quali l’allucinato vede soggetti inesistenti della cui inesistenza è però consapevole (ad esempio un mostro da cui non fugge).
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://scienze.fanpage.it/paralisi-ipnagogica-quella-paura-nel-cuore-della-notte/
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