Di Salvatore Santoru
La Turchia è stata più volte accusata di esercitare un ruolo "doppiogiochista" nella lotta contro l'Isis e ciò è stato sostenuto specialmente da parte dei guerriglieri curdi e della Russia, notoriamente aventi pessimi rapporti con Ankara.
Recentemente, alle ipotesi avanzate da curdi e russi si sono aggiunte quelle avanzate dal re della Giordania Abd Allah II.
Secondo quanto è stato riportato da Middle East Eye(1), in un meeting segreto tra il re giordano e i membri del Congresso Usa dell’11 gennaio il re giordano avrebbe dichiarato che la Turchia starebbe dietro l'avanzata dell'islamismo radicale in Medio Oriente e la proliferazione del terrorismo islamista in Europa.
Come riportato in un articolo su "Wall Street Italia"(2), re Abdullah ha dichiarato che :
" Il fatto che i terroristi si stiano recando in Europa fa parte della politica della Turchia”, anche perché il presidente turco Tayyip Erdogan ritiene che “la soluzione per la regione (del Medio Oriente) sia quella dell’Islam radicale“. Di fatto, la “Turchia cerca una soluzione religiosa per la Siria, mentre noi siamo a favore di elementi moderati nel sud e la Giordania ha fatto pressioni su una terza opzione, che non permetterebbe l’adozione di una opzione religiosa "
Inoltre, a una domanda di un membro del Congresso Usa che li chiedeva se l’Isis starebbe esportando petrolio in Turchia, il re giordano ha risposto affermativamente e durante l'incontro ha anche sostenuto che gli jihadisti sarebbero stati “creati in Turchia”, per poi essere “rilasciati” in Europa.
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