Papa Francesco nella sinagoga di Roma: "Siamo fratelli, no all'antisemitismo"
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Papa Francesco ha raggiunto a piedi il Tempio Maggiore di Roma, sede della più antica comunità ebraica dalla Diaspora. Sulla scalinata ha incontrato il rabbino capo della Capitale, Riccardo Di Segni, abbracciandolo affettuosamente. "Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede - ha ribadito il Papa -. Tutti quanti apparteniamo ad un'unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo".
Il Papa ricorda la deportazione del ghetto - "Il 16 ottobre 1943, oltre mille uomini, donne e bambini della comunità ebraica di Roma furono deportati ad Auschwitz. Desidero ricordarli col cuore, in modo particolare: le loro sofferenze, le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate". Così papa Francesco. "Il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro", ha aggiunto.
"No ad ogni forma di antisemitismo" - "Il Concilio, con la Dichiarazione Nostra aetate, ha tracciato la via: sì alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; no ad ogni forma di antisemitismo, e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano", ha sottolineato papa Francesco.
"Conflitti, guerre, violenze ed ingiustizie aprono ferite profonde nell'umanità e ci chiamano a rafforzare l'impegno per la pace e la giustizia. La violenza dell'uomo sull'uomo è in contraddizione con ogni religione degna di questo nome, e in particolare con le tre grandi religioni monoteistiche".
Ruth Dureghello: "Giorno storico" - "L'incontro dimostra che il dialogo tra le grandi fedi è possibile, un impegno volto a garantire accoglienza, pace e libertà per ogni essere umano". Così Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma. Tra i presenti, non soltanto esponenti dell'ebraismo, ma anche il commissario di Roma Tronca, il prefetto Gabrielli e il fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi. "Oggi scriviamo ancora una volta la storia", ha aggiunto.
"Antisionismo forma moderna di antisemitismo" - "Questa Comunità, come tutte le comunità ebraiche nel mondo, ha un rapporto identitario con Israele. Siamo italiani, profondamente orgogliosi di esserlo e allo stesso tempo siamo parte del Popolo di Israele", ha proseguito Dureghello. "È attraverso le sue parole che riaffermo con forza che l'antisionismo è la forma più moderna di antisemitismo", ha ribadito.
"Ebrei e cattolici devono combattere insieme" - "Mi sento di poter dire che ebrei e cattolici, a partire da Roma, debbono sforzarsi di trovare assieme soluzioni condivise per combattere i mali del nostro tempo. Abbiamo la responsabilità di rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore per i nostri figli", ha concluso.
Folla ha salutato il Papa al suo arrivo - Romani e molti turisti hanno immortalato l'ingresso del pontefice con i loro smartphone e tablet. Anche dall'interno della sinagoga c'era chi non ha voluto perdersi l'occasione di avere una foto del Papa sul suo telefonino. "E' arrivato in sordina. Con il suo stile sobrio", commenta una signora non appena lo vede da lontano. "Is the Pope? Is the Pope? Fantastic!", dice una turista americana incredula di trovarsi a pochi metri dal Pontefice.
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