Israele, la Palestina e il loro diritto ad esistere: oltre antisionismo e sionismo radicali
Di Salvatore Santoru
La questione del conflitto israelo/palestinese è una delle più sentite e controverse dei nostri tempi.
Solitamente ci si divide tra chi sostiene Israele e chi la Palestina, ed entrambi in linea di massima sembrano voler negare l'esistenza dello stato opposto.
Più specificatamente, tra gli antisionisti radicali spesso e volentieri c'è chi sostiene che l'unico stato possibile nell'area sia la Palestina e per Israele non ci debba essere spazio(così come più o meno dall'altra parte tra i "sionisti radicali"), e visioni del genere non sembrano certamente aiutare nella risoluzione del conflitto.
Difatti, il problema non è l'esistenza di Israele e quella eventuale di uno stato palestinese di per sé, ma semmai i grossi interessi militari/ideologici e economici che stanno dietro al conflitto.
Di per sé, l'esistenza di uno stato ebraico così come di uno palestinese sembra la migliore soluzione possibile, mentre negare i diritti all'autodeterminazione territoriale/nazionale degli ebrei così come dei palestinesi sarebbe un grosso problema.
La risoluzione del conflitto dovrebbe iniziare dal contrasto alle ideologie che "soffiano sul fuoco" del conflitto(antisionismo e sionismo radicali) e degli interessi geopolitici delle grandi potenze e più specificamente quelli degli USA per Israele o di certi paesi arabi e islamisti(specie quelli del Golfo) per la Palestina, e così via.
Per il resto, Israele dovrebbe tornare ad ispirarsi idealmente all'intento originario del sionismo, ovvero quello di una "patria ebraica" da costruirsi nel rispetto altrui, e così dovrebbe valere per la Palestina, senza strumentalizzazioni ideologiche/religiose che spesso e volentieri sono assai egemoni in quell'area.
Se la soluzione 2 stati/2 popoli fosse perseguita in maniera efficace, forse potrebbero iniziare ad esserci diversi problemi.
FOTO:http://www.gadlerner.it
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