Il cervello si può allenare alla felicità in questi 3 modi. Gli esercizi studiati dagli psicologi di Harvard

gen 11, 2016 0 comments
BRAIN HAPPY

Di Silvia De Santis

La felicità non è questione di fortuna. Secondo la psicologia è un’attitudine che ognuno può apprendere da sé modificando il proprio punto di vista sulle cose e coltivando l’ ottimismo. Ma non finisce qui: il cervello può essere educato alla felicità o all’infelicità attraverso un allenamento composto da tre esercizi, che il Time desume da alcune prestigiose pubblicazioni di psicologia.





Numero uno, prima di andare a letto, annotare almeno tre cose positive accadute durante la giornata; numero due: confrontarsi sempre con gli altri, ma solo con chi è peggiore di noi; numero tre: guardare al passato e alle cose che ci sono successe in modo positivo, analizzandole dalla giusta prospettiva.
Il cammino attraverso le “pillole” di felicità dispensate dalla pubblicistica americana inizia con “Psicologia positiva: La scienza della felicità”, in cui si mette in luce come, per avere successo in determinate professioni (avvocato o commercialista) sia indispensabile adottare un pessimismo diffuso che, utile sul lavoro, spesso, però, finisce per estendersi anche alla sfera privata, minando la propria felicità.
Psicologia positiva: La scienza della felicità (Il corso più seguito all’università di Harvard)
“Ho scoperto che i commercialisti più bravi sono quelli che trascorrono dalle otto alle quattordici ore al giorno passando in rassegna moduli fiscali, ispezionandoli di continuo alla ricerca di errori. Questo li rende competenti nel proprio lavoro, ma capita spesso che, una volta a casa, continuino a notare tutti gli errori e le cose scorrette che li circondano. Due di loro mi hanno raccontato che sono rincasati con la lista degli errori commessi dalla moglie”
Come mai gli avvocati hanno il 3,6% di probabilità in più di cadere in depressione o divorziare rispetto alla norma? Martin Seligman, professore di psicologia alla UPenn e autore di “Authentic Happiness” spiega che ciò dipende dal fatto che, per lavoro, hanno abituato la propria mente a pensare in negativo. Gli avvocati migliori, infatti, sono i più pessimisti.
“Il pessimismo è visto come un “plus” tra i legali, perché vedere problemi ovunque è un tipico atteggiamento della prudenza, fondamentale per chi svolge questa professione. Essere previdente permette a un avvocato di considerare tutte le trappole e le situazioni negative in cui può incorrere il proprio assistito. La capacità di calcolare in anticipo una serie di conseguenze, difficili da immaginare per chi è digiuno di legge, consente all’avvocato di costruire al meglio la difesa. Se non si possiede tale attitudine per natura, ci pensa l’università a fare da maestra. Peccato, però, che un requisito così prezioso nel lavoro non renda altrettanto felici nella vita privata”.
Per essere felici, invece, è necessario educare il proprio cervello a vedere ciò che di bello c’è nella vita. Pensare quotidianamente a tre cose che ci rendono riconoscenti verso la nostra esistenza può fare la differenza.

Contate Tre cose belle della vostra giornata
“La prossima settimana, prima di andare a letto, concedetevi ogni sera dieci minuti. Scrivete tre cose che sono andate bene durante la giornata e perché. Potete annotarlo sul diario o sul computer, l’importante è tenerne traccia. Non conta che si tratti di eventi straordinari (ad esempio, “mio marito tornando a casa dal lavoro ha comprato il mio gelato preferito per dessert“); possono essere comunque importanti (come "Mia sorella ha appena dato alla luce un bambino sano"). Accanto ad ogni avvenimento positivo, rispondete alla domanda: "Perché è successo?".
Questa tecnica è stata sperimentata diverse volte. Uno dei motivi per cui le persone anziane sono più felici è perché ricordano il bene e dimenticano il male.
Confrontatevi con gli altri
Di solito si dice che non bisogna paragonarsi agli altri. La ricerca, invece, dimostra che il confronto non sempre è dannoso per l’autostima – non se lo si fa con chi è peggiore di noi. Lo conferma Bauer, ricercatore associato al Sunnybrook Health Sciences Centre e psicologo Cognitive Behavioural Therapy Associates di Toronto. "Quando ci si mette a paragone con chi è più bravo di noi, si finisce per sentirsi inferiori e infelici”.
Raccontatevi la giusta versione di ciò che vi accade
Una visione inadeguata della propria vita può causare la depressione. Gli psicoterapeuti aiutano a "riscrivere" la propria storia da una prospettiva diversa. Questa tecnica, talvolta, può risultare anche più efficace dei farmaci.
“Secondo lo psicologo Michele Crossley, la depressione deriva spesso da una "storia incoerente", una "inadeguata narrazione di sé" o da una “storia finita male”. La psicoterapia aiuta le persone infelici a imprimere una direzione ai propri vissuti, fornisce loro una narrazione con cui possono convivere. E funziona.
Avere un "Giudizio Retrospettivo" (il senno di poi) significa ripensare agli eventi e aggiungervi una nota positiva. Le persone felici lo fanno automaticamente, ma è qualcosa che si può imparare da sé.
“Lyubomirsky ha dimostrato che le persone naturalmente felici reinterpretano gli eventi in modo da preservare e conservare la propria autostima.”
Timothy Wilson, autore di Redirect: “The Surprising New Science of Psychological Change” ha spiegato come il processo di "story-editing" può servire a migliorare la nostra vita:
“..incoraggiamo i nostri studenti a considerare da un altro punto di vista i loro insuccessi scolastici, spingendoli ad abbandonare l’idea per cui non riusciranno mai a ottenere risultati soddisfacenti al college. Al contrario devono convincersi del fatto che occorre del tempo per imparare a sfruttare le proprie capacità. Gli studenti che hanno adottato questa “tecnica”, rispetto ad un altro gruppo che non l’ha fatto, ha ottenuto voti migliori l’anno successivo e sono diminuite le probabilità di bocciatura”.
E quando si parla di futuro, siate ottimisti. L'ottimismo può rendervi più felice.
In sintesi, ecco la ricetta della felicità in tre passi:
- Contare le cose belle della propria giornata
- Paragonarsi solo a chi è peggiore di sé
- Ricordare a se stessi di tutte le occasioni in cui si è risultati vittoriosi nelle sfide della propria vita.

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