Debora Serracchiani col velo in Iran ma il Pd friulano protesta
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Debora Serracchiani in Iran col velo. E in Friuli Venezia Giulia monta la polemica. Scrive Elisabetta Batic sul Gazzettino che Ad intervenire duramente è il senatore del Pd Lodovico Sonego: «La Presidente Serracchiani col velo. Immagine dolorosa, a maggior ragione dopo i fatti di Colonia. Ho sempre cosiderato un errore la prassi del capo coperto, anche in occasione di visite al sommo Pontefice».«Si tratta – prosegue Sonego – di una ostentazione della sottomissione della donna e della negazione dell’uguaglianza rispetto all’uomo. In altri termini la violazione del principio dell’uguaglianza tout court. Quella sottomissione è ancor più inaccettabile se assentita da chi ricopre una rilevante carica istituzionale ed esercita una importante funzione di leadership politica nazionale. Donne a capo coperto mai, innanzi a chiunque». Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia si trovava a Teheran per inaugurare la seconda edizione di “Contract Made in Italy“, una vetrina delle produzioni italiane, soprattutto del legno-arredo, di tutto il Triveneto. Trieste Prima riporta le parole della governatrice: «Intendiamo incrementare le collaborazioni tra il Friuli Venezia Giulia e l’Iran» sempre nelle parole della presidente Serracchiani, un mercato di quasi 80 milioni di abitanti, con una grande Teheran che conta quasi 17 milioni di persone e conosce e apprezza il made in Italy. «I nostri punti di forza sono la meccanica, l’arredamento, la cantieristica, l’industria del gusto» ha ricordato Serracchiani, segnalando anche l’esigenza di allacciare nuovi contatti Fvg-Iran attraverso le relazioni commerciali del porto di Trieste. «Ma il Friuli Venezia Giulia non offre solo partnership economiche e nuove direttrici per i commerci iraniani, via scalo portuale di Trieste, ma mette sul piatto anche il suo articolato sistema scientifico per lo scambio e il trasferimento tecnologico» ha rimarcato Serracchiani. «La cornice nella quale muoversi resta, come più volte sottolineato oggi, la scadenza delle sanzioni economiche, e l’Italia (che di fatto oggi è il primo Paese come numero di delegazioni d’alto livello ad interfacciarsi con l’Iran, ha ribadito Conciatori, superando anche la Germania) vuole tornare ad essere il primo o tra i primi partner economici dell’Iran» ha auspicato il viceministro Esfahbodi, rimarcando che l’interscambio Italia-Iran è stato in passato anche di sette miliardi di dollari.
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