Di Anna Lisa Bonfranceschi
È primitivo, ma moderno, e queste due caratteristiche insieme ne fanno uno degli ominidi tra i più misteriosi. Lui, loro meglio, sono i Red-deer Cave People (ovvero la Gente della caverna del cervo rosso, animale che sarebbe stato cucinato in una delle caverne da cui arrivano), ominidi i cui resti sono stati rivenuti in Cina, che oggi tornano a far parlare di loro. L’occasione è un nuovo studio, pubblicato su Plos One, che ne sottolinea le caratteristiche arcaiche. Malgrado la loro giovane età . Una contraddizione che, secondo alcuni paleoantropologi, potrebbe cambiare, o meglio completare, la visione che abbiamo degli uomini moderni e della loro evoluzione.
Nel 2012 la Gente della caverna del cervo rosso veniva alla ribaltaper uno studio che mostrava come i resti insoliti di questa popolazione dall’aspetto arcaico – come mascelle sporgenti, larghi molari, la fronte prominente e il largo naso – fossero in realtà molto recenti. Si stimava allora che fossero vissuti dai 14mila agli11mila anni fa. La loro diversità rispetto sia ai sapiens moderni che a quelli antichi aveva fatto pensare a una nuova possibile specie. Oggi lo studio del team di Darren Curnoe della University of New South Wales (Sydney) – lo stesso che aveva presentato i risultati tre anni fa – aggiunge nuovo mistero al caso della Gente della caverna del cervo rosso.
Curnoe ha analizzato un femore rinvenuto nella cava di Maludong (o Del cervo rosso) confermandone le caratteristiche arcaiche, con somiglianze con le ossa di Homo habilis e Homo erectus. Caratteristiche anche più primitive di quelle osservate a suo tempo dal team di scienziati (e correlate poi anche a possibili eventi di ibridazione) e che supportano la tesi di una nuova specie di ominide premoderna sopravvissuta fino ai tempi recenti. Il femore avrebbe infatti appena 14mila anni. “L’ambiente unico e il clima della Cina sud-occidentale dovuto al sollevamento dell’altopiano tibetano potrebbero aver rappresentato un rifugio per la diversità umana, magari con gruppi pre-moderni che sono sopravvissuti a lungo”, ha commentato in proposito Ji Xueping, tra gli autori del paper.
Quello del femore di Maludong, e della gente della Caverna rossa in generale, rimane un caso quindi intrigante per i paleontologi. A eccezione infatti dell’Homo floresiensis (vissuto fino a 12-13mila anni fa), in Eurasia le popolazioni pre-moderne, come iNeanderthal e l’uomo di Denisova – scomparvero circa 40mila anni fa, in favore dei sapiens moderni. Se la collocazione filogeneticamente separata del proprietario di quel femore dovesse essere confermata significherebbe che uomini con caratteristiche molto arcaiche avrebbero condiviso grandi pezzi di terra con uomini tipicamente moderni, ha spiegato Curnoe.
Sebbene anche gli stessi autori dello studio siano molto cauti nel parlare di una possibile nuova specie, dal momento che siamo di fronti a pochi resti fossili, altri esperti del campo mettono in dubbio che l’osso analizzato sia così arcaico. Potrebbe trattarsi, spiegano, solo di un esempio della grande variabilità presente all’interno di una specie, non di una nuova. Qualcosa in più di certo al riguardo potrebbe aggiungerlo l’analisi del dna, qualora emergessero dei campioni utili per l’analisi (assenti in quelli attuali perché degradati). Potremmo così sapere, conclude Curnoe, qualcosa di più su questa misteriosa popolazione e capire come abbia contribuito o meno alla nascita di quella moderna. Perché su questo almeno lo scienziato è certo: l’evoluzione non è un fenomeno isolato, veloce, unidirezionale e senza contaminazioni. Lo riprova, tra l’altro, quel po’ di Neanderthal che ci portiamo dietro.
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