Di Caterina Lenti
Il solstizio d'inverno nei secoli e nelle varie culture, è stato collegato a festeggiamenti molto suggestivi. Famosi quelli diStonehenge, nella contea del Wiltshire, in Gran Bretagna.Tutti gli anni la piana si riempie di appassionati per assistere a riti antichissimi e spettacolari. E’ ormai appurato che il Sole si insinua perfettamente tra le due pietre verticali,denominate del Grande Trilithon.
Sin dalle prime ore del mattino, il sito è aperto per consentire ai curiosi di celebrare l’alba in un’atmosfera spirituale, tra musica tradizionale, fuochi e lanterne. Non è da meno la tomba irlandese diNewgrange, nella contea di Meath, iscritta tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. La struttura, datata più di 5 mila anni, è uno dei luoghi più straordinari al mondo per trascorrere il solstizio. Se si è abbastanza fortunati, è possibile vederla inonandata di luce alle prime luci del giorno del solstizio d’inverno. Il fenomeno dura circa15-17 minuti e si ripete per qualche mattina successiva su entrambi i lati della tomba, pur essendo proibitivo l’ingresso alla camera date le numerose richieste per visitare il sito proprio il giorno del solstizio per assistere al fenomeno. Antichissima la festa iraniana di Shab-e Yalda, in cui viene festeggiata la nascita di Mithra, dio persiano del Sole e del Bene. Ampiamente sentita da tutte le famiglie, la festa è il momento in cui parenti e amici si riuniscono intorno alla persona più anziana della famiglia, che ha il compito di intrattenerli fino allo scoccare della mezzanotte, narrando favole e leggendo antiche poesie, in particolare quelle del poeta Hafez.
Nelle diverse regioni dell’Iran, sono tanti i rituali, più o meno simili, in cui non mancano mai la frutta fresca e quella secca e tostata; in particolare l’anguria e il melograno, dal colore rosso, che simboleggiano la tinta cremisi dell’alba e lo splendore della vita nascente. In India, le celebrazioni solstiziali vanno sotto il nome di Makar Sankranti e iniziano quando il sole entra nel segno del Capricorno. Nei secoli la data è stata spostata impercettibilmente in avanti, sino al 14 gennaio. Non mancano i piatti tipici: nel Tamil Nadu viene preparato uno speciale piatto a base di riso e anacardi; nel Bengala ci si scambiano dolci al sesamo. Nella città di Ahmedabat tra il 14 e il 15 gennaio si svolge un grande festival degli aquiloni; nel Punjab, al confine tra India e Pakistan, ma anche in alcune località del nord come Delhi, il Makar Sankranti si sovrappone con la spettacolare festa in onore della dea Lohri, la notte tra il 13 e il 14 gennaio, che culmina con un grande falò, tra canti, balli, semi e caramelle lanciati dai bambini tra le fiamme.
Stupenda la festa induista di Pancha Ganapati, in onore del dio-elefante Ganesh, che cade nel periodo del solstizio invernale, dal 21 al 25 dicembre. I fedeli decorano le loro case con immagini della divinità, lumini e foglie di banano, mentre ai bimbi vengono offerti piccoli doni che essi dovranno collocare ai piedi della divinità, scartandoli solo alla fine dei festeggiamenti. I bambini devono ricordarsi di vestirsi ogni giorno di un colore diverso dal giallo dorato al rosso scarlatto all’arancione. Secondo una leggenda giapponese, invece, l’inverno è dovuto alla prigionia della dea del Sole Amaterasu, rinchiusa dalle altre divinità in una grotta. La sventurata riuscì a fuggire solo dopo alcuni mesi, in coincidenza col solstizio. Per ringraziarla dei suoi sforzi, i fedeli shintoisti si recano in pellegrinaggio al santuario di Ise Jingu dal 15 al 25 dicembre, per offrire alla dea cibo e sete preziose e comporre haiku in suo onore. Anche il Dongzhi, festa cinese del solstizio (22 dicembre) è una ricorrenza molto amata durante la quale si prepara il tangyuan, una zuppa dolce consumata in famiglia. I coreani, invece, sostituiscono il tangyuan col patjok, un dolce simile al porridge che sembrerebbe scacciare gli spiriti maligni.
Tra gli eventi solstiziali: il Montol Festival, in Inghilterra, che si svolge la settimana prima del solstizio stesso, tra il 14 e il 21 dicembre, con falò, lanterne, balli in maschera, canti tradizionali e mercatini natalizi con artigianato locale in vista. La vigilia del solstizio d’inverno è celebrata come la data del compleanno di Re Artù. Inoltre, viene acceso il mock, un ceppo natalizio gigante. Tutti sono invitati a indossare abiti bianchi e neri, i colori propri delle vesti della Cornovaglia, indossati, per secoli, durante le festività del solstizio stagionale. Nel Regno Unito, a Penzance, l’appuntamento è col Montol Eve, in cui la gente indossa vestiti di danza tradizionali, che ricordano quelli tipici del Carnevale di Venezia. Una fiaccolata, detta “il fiume di fuoco”, giungendo nel punto più alto della città, accende un faro per illuminare la gente.
FOTO:http://www.deejay.it
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