Di Piotr Zygulski
Boschi, su facebook circola una bufala sulla ministra delle Riforme. Ecco come l’abbiamo smascherata.
Di leggende metropolitane e di bufale il web ne ha un campionario vastissimo; anche noi in svariate occasioni ce ne siamo occupati: da quelle sulla Corea del Nord a quella di un sondaggio falso, passando per quella su Beppe Grillo che avrebbe partecipato al convegno per le privatizzazioni sul Panfilo Britannia nel lontano 1992. Tutte, rigorosamente, smentite.
LE BUFALE 2.0 – Se c’è un tipo di bufala particolarmente in voga è quello che sfrutta le potenzialità dei social network per diffondere articoli che si diffondono viralmente senza neppure avere un riscontro sul sito della presunta fonte “autorevole”. Già da almeno un anno a questa parte alcuni portali, compreso il Fatto Quotidiano che presenta una vulnerabilità sulla struttura dei propri link, avevano mostrato come fosse possibile creare (e smascherare facilmente) questo tipo di notizie false, che avevano raggiunto l’apoteosi nella condivisione virale di vera e propria calunnia ai danni di due inviati della trasmissione televisiva Striscia La Notizia. Questa volta è la ministra Maria Elena Boschi ad essere stata vittima; forse per qualcuno si tratta di un contrappasso dopo la vicenda di Banca Etruria, forse per altri un’occasione ghiotta per inveire ulteriormente e guadagnare qualche click in più. Vediamo allora di che bufala si tratta.
Boschi, la bufala che la riguarda
Sta circolando un falso titolo – Boschi sbotta: “Allora mettete i soldi sotto il materasso e non rompete il c…” – con una falsa descrizione di anteprima: “La ministra perde il suo proverbiale aplomb e si lascia andare ad una dichiarazione” il tutto con il marchio REPUBBLICA.IT che rimane quasi per attestare la veridicità della notizia. Se si condivide l’articolo su facebook con un semplice e tanto comodo click, verrà condivisa l’anteprima bufala, e così a catena tutti i nostri contatti che faranno altrettanto senza pensarci troppo su, magari aggiungendo qualche insulto per condire la notizia.
LA NOTIZIA VERA – Le cose stano ben diversamente se si apre l’articolo direttamente dal sito diRepubblica.it dove il titolo che campeggia è un altro: Banche, Boschi: “Mio padre perbene. Dal governo nessun favoritismo”. La ministra delle Riforme: “Mi sento un po’ in colpa. Se è finito nelle cronache, è perché è mio padre”. A prescindere dai commenti sulla Boschi, di materassi non c’è neppure l’ombra, e neppure di “rotture di c.”. Condividendo la notizia dalla pagina dell’articolo, la bufala svanisce e l’anteprima è quella che corrisponde effettivamente al suo contenuto.
FARE ATTENZIONE – Possiamo porci una domanda che difficilmente troverà risposta: chi ha lanciato la bufala sulla Boschi? Stabilire chi abbia fatto partire la catena adesso è pressoché impossibile, anche perché questo metodo “liquido” è in grado di far circolare diffusamente la bufala senza lasciare traccia né sui siti, né sui motori di ricerca. Morale della favola: aprire sempre gli articoli e soprattutto leggerli prima di condividerli.
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