Avere la “testa fra le nuvole” stimola la creatività
http://www.lastampa.it/2012/10/23/scienza/benessere/lifestyle/avere-la-testa-fra-le-nuvole-stimola-la-creativita-fXPmDHggIjT8RqPUyZtxYN/pagina.html
Sognare a occhi aperti, avere la testa fra le nuvole… tutti modi per definire una situazione che si è sempre considerata sbagliata e da evitare – specie tra i banchi di scuola.
Da sempre infatti si è tenuto più in grande considerazione chi ha i cosiddetti piedi per terra – tanto per usare un altro modo di dire. Ma oggi un nuovo studio pubblicato su Psychological Science riabilita i sognatori a occhi aperti suggerendo che, a differenza dei primi, questi sono dotati di maggiore creatività.
A mettere una buona parola nei confronti dei “distratti” è lo studio condotto internazionale dai ricercatori del Department of Psychological and Brain Sciences presso l’Università della California a Santa Barbara, del Department for Social Neuroscience presso il Max Planck Institute for Human Cognitive Brain Sciences (Leipzig, Germania) e del Department of Psychology presso l’University of British Columbia.
Qui, i ricercatori hanno reclutato un gruppo di volontari che sono stati invitati a eseguire un compito insolito che, in originale, hanno definito “Unusual Uses Task” (o UUT). I partecipanti dovevano utilizzare un oggetto come ritenevano meglio, approcciando il problema in diversi modi.
I modi per affrontare il compito proposto dai ricercatori erano quattro: concentrarsi unicamente e totalmente sul compito da eseguire; darsi nel frattempo a un’attività poco impegnativa; prendersi 12 minuti di pausa; saltare la pausa e buttarsi nuovamente sul compito.
Dalle scelte dei partecipanti e dai risultati ottenuti nel risolvere il compito richiesto, i ricercatori hanno scoperto che i migliori risultati li avevano avuti coloro che dopo aver valutato il problema si erano dedicati a un’altra attività poco impegnativa. Questi stessi soggetti erano poi risultati coloro che, di tendenza, sognavano a occhi aperti, anche durante lo svolgimento del compito.
Secondo gli autori dello studio, un elevato livello di sogni a occhi aperti – o comunque un vagare con la mente – è da associare a una migliore performance creativa.
«Questi dati – scrivono gli autori – suggeriscono che impegnarsi in semplici compiti esterni che consentono alla mente di vagare può facilitare il problem solving creativo».
Non solo: chi tende ad avere la testa fra le nuvole pare goda di una migliore memoria di lavoro, che viene anche associata alla capacità di lavorare mentalmente in multitasking, ossia pensare a più cose nello stesso momento.
Be’, una bella rivincita per tutti coloro che sono sempre stati criticati per essere “distratti”.
FOTO:http://www.psicosocial.it
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