Di Andrea De Carlo
Si gioca Turchia-Grecia ad Istanbul. Come accade in tutta Europa, prima della sfida è previsto un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime di Parigi. Il minuto di silenzio però non viene rispettato dal pubblico turco che fischia e inneggia ad Allah. Cosa c’è di vero? E perché lo stadio turco ha fischiato durante il minuto di silenzio?
Parlando dei fischi, sembra che il pubblico presente sugli spalti dello stadio di Istanbulnon abbia gradito il trattamento ricevuto dall’UEFA in passato, ma in generale della differente attenzione mediatica di cui “hanno goduto” le vittime degli attentati di Parigirispetto a quelle dell’attentato di Ankara del 10 ottobre 2015, dove persero la vita 102 persone e rimasero ferite più di 400. Va ricordato in realtà come l’UEFA, in quel frangente, fece osservare un minuto di silenzio sia nella sfida della Turchia (che giocava proprio il 10 sera) contro la Repubblica Ceca, che fu regolarmente rispettato, sia nella sfida del 13 ottobre con l’Islanda: in quel caso ci furono copiosi fischi e cori inneggianti ad Allah.
Ma questi cori, che si sono chiaramente uditi dagli spalti, devono essere interpretati come segno di sostegno all’azione terroristica dell’ISIS? La risposta è negativa. Quello che in molti sono riusciti a distinguere è il finale del coro incriminato, che recita “Allahu Ekber” (“Dio è grande”), frase spesso citata dai terroristi musulmani. Quello che invece a molti è sfuggito è il contesto e il fatto che spesso negli stadi vengono citati due cori molto simili tra loro.
Il primo recita “i martiri non moriranno mai, il paese non sarà diviso” ed è un coro contro il terrorismo che da tempo caratterizza quella terra.
Il primo recita “i martiri non moriranno mai, il paese non sarà diviso” ed è un coro contro il terrorismo che da tempo caratterizza quella terra.
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Di Giuseppe Mancini
Allora, una giornalista turca sciagurata – turca, quindi la lingua la conosce bene – ha inventato di sana pianta il fatto che ieri, in occasione della partita Turchia-Grecia a Istanbul ci sarebbero stati dei cori “Allah Akbar”. Si tratta di una B-U-F-A-L-A, il coro intonato – di cui i fischi, da quello che ho capito, sono parte integrante – è un coro nazionalista, “Şehitler ölmez, vatan bölünmez” (I martiri sono immortali, la partia non va divisa) [ho corretto la traduzione prima imprecisa], che si riferisce alle vittime del terrorismo del Pkk.
Sì, è vero che si è trattato di un comportamento poco rispettoso: ma le scemenze che sto leggendo sull’islamizzazione, su Erdoğan che è in realtà il vero Califfo dell’Isis, sulla Turchia che fa il tifo per i terroristi hanno davvero passato il segno!
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