FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.thezeppelin.org/bombardamenti-russi-in-siria-bilancio-del-primo-mese/
Dall’inizio delle operazioni russe in Siria, cioè dal 30 settembre 2015, il Ministero della Difesa russopubblica quasi quotidianamente aggiornamenti sui raid in Siria, tenendo il conto delle sortite e degli obiettivi colpiti, in gran parte nelle province di Homs, Hama, Idlib, Aleppo (dove la copertura aereaalle truppe siriane, iraniane e di Hezbollah, fornisce supporto per la riconquista dei territori persi) e in minor parte a Raqqa, roccaforte dello Stato Islamico, e a Palmyra. È dall’analisi dei dati ufficiali del Ministero russo che, infatti, emerge un bilancio interessante di questo primo mese d’intervento: l’80% dei bombardamenti russi si concentra in zone non controllate dall’ISIS, ma in aree densamente popolate rette dall’opposizione.
Interessanti a questo proposito sono le inchieste di geolocalizzazione effettuate dal sito di giornalismo investigativo Bellingcat. Il Cremlino giustifica l’incongruenza definendo tutti gli oppositori di Assad come “terroristi”, salvo poi cadere in evidente contraddizione quando il Ministero della Difesa russo, per bocca della sua portavoce Maria Zakharova, ha offerto all’opposizione moderata dell’FSA coordinazione e copertura aerea contro ISIS (trattative con i “terroristi” contro altri terroristi?). Secondo il Ministro della Difesa russo Mikhail Bogdanov, alcuni leader dell’FSA sarebbero più volte volati a Mosca per discutere della proposta di una copertura aerea contro ISIS. Occorre rilevare che nei primissimi giorni dei raid russi, Mosca, per bocca dello stesso Lavrov, negava l’esistenza dell’FSA, salvo poi affermare che la Russia non li considera terroristi, purbombardardoli. D’altra parte, dopo le iniziali smentite, funzionari russi hanno ammesso che la priorità è salvare il governo Assad e aiutarlo a riprendersi il territorio perso ora in mano alle opposizioni. Tuttavia, sia il comando dell’FSA sia il Consiglio Nazionale Siriano hanno negato che questi colloqui siano mai avvenuti; avrebbero comunque rifiutato la proposta russa considerata disonesta e falsa, dal momento che proprio l’FSA è stato finora uno degli obiettivi più colpiti dai raid russi. La confusione rimane.
Spontaneamente il pensiero va alla questione dei soldati russi morti in Ucraina ma ufficialmente non esistenti, come avevamo visto in questa inchiesta. Intanto, il 30 ottobre la Russia ha esteso per la prima volta i suoi strike anche nel sud della Siria, nei pressi delle alture del Golan, sul confine israeliano, dopo aver preso contatti per coordinarsi con l’esercito Israeliano cosà da evitare incidenti.
Essendo i raid russi concentrati in zone densamente popolate da civili, le perdite umane sono ingenti: almeno 12 ospedali colpiti a ottobre e centinaia di morti civili. Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, dal 30 settembre al 20 ottobre le vittime dei raid russi sono state 370, di cui 127 civili. La Russia ha smentito questi dati affermando che ogni notizia relativa a vittime civili è una montatura della propaganda anti-russa. Eppure, sono molte le organizzazioni internazionali, testimoni sul terreno, (a cominciare dai medici siriani e dalla Protezione Civile Siriana che operano nelle zone colpite), che con video e foto denunciano questi attacchi. In particolare, la Protezione Civile Siriana sta documentando e raccogliendo tutte le munizioni di bombe a grappolo impiegate nei raid russi e sganciate in quartieri residenziali. Secondo diverse fonti l’aviazione russa sta facendo ricorso massiccio alle bombe a grappolo, come peraltro testimoniano molti video (alcuni diffusi dallo stesso Ministero della Difesa russo), inchieste e rapporti. Bandite dalla Convenzione di Oslo, la Russia non ha rinunciato al loro utilizzo, dato che non figura tra i paesi firmatari.
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