Saud Faysal e Kerry, http://www.newindianexpress.com |
Di Salvatore Santoru
In molti in questi giorni parlano di diretti o indiretti sostegni dati dall'Arabia Saudita e dalle altre monarchie del Golfo all'ISIS, e la questione veniva portata avanti già da molto tempo sul web (compreso in questo blog).
Il fatto è che l'ISIS, che si dichiara contro i regimi del Golfo per via della loro corruzione e "lussuria", nella politica interna e estera sembra perseguire gli stessi obiettivi ed avere gli stessi nemici delle suddette, a partire dagli sciiti e dagli stati arabi/islamici che si rifanno al nazionalismo e alla laicità.
Inoltre, non bisogna dimenticare che l'interpretazione estremista dell'Islam sunnita che l'ISIS porta avanti è una particolare forma di wahabismo, la stessa corrente religiosa egemone nell'Arabia Saudita e particolarmente forte nel Qatar e negli Emirati Arabi Uniti.
Ebbene, secondo quanto si può apprendere da un articolo del Financial Times di luglio incentrato sulla morte del principe saudita Saud al-Faisal(Sa'ud bin Faysal bin Abd al-Aziz Al Sa'ud), lo stesso Saud avrebbe dichiarato al senatore statunitense John Kerry che "Daesh è la nostra risposta sunnita al vostro appoggio in Iraq dato al Da'wa"(1), il partito islamista sciita che ebbe un decisivo ruolo nell'Iraq dopo la caduta del regime del sunnita Saddam Hussein.
L'affermazione di Saud, che ultimamente è stata riportata anche in un articolo sul "Sole24Ore"(2), ovviamente non si può considerare come prova certa del sostegno diretto saudita all'Isis, ma certamente si può comprendere tenendo conto della situazione che si era creata nell'Iraq post-guerra, dominato dagli sciiti mentre i sunniti erano rimasti "orfani" dalla fine del regime di Saddam, che era riuscito a mantenere una certa stabilità tra sunniti e sciiti, venuta meno dopo la sua fine.
In seguito, come ho già affermato in un recente articolo su questo blog(3), proliferano organizzazioni basate sull'integralismo sunnita come Al Qaeda e l'attuale Isis(o Daesh, com'è chiamato nei paesi arabi), che si espansero utilizzando il risentimento dei sunniti nei confronti del potere sciita e dell'occupazione statunitense.
Non è certo improbabile che in quel periodo formazioni integraliste sunnite come la stessa Isis abbiano ricevuto un diretto o indiretto sostegno da parte dell'Arabia Saudita o di altri regimi del Golfo, allo scopo di contenere e eliminare il potere sciita in Iraq e in seguito di costruire un regime fondato sull'integralismo sunnita.
NOTE:
(1)http://www.ft.com/intl/cms/s/0/8bba2ab4-2b00-11e5-8613-e7aedbb7bdb7.html#axzz3sKDqrY7S, https://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Islamico_Da%27wa
(2)http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-11-19/la-saudi-connection-che-frena-lotta-all-isis-073642.shtml?uuid=ACDLcDdB
(3)http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2015/11/lavanzata-dellisis-in-iraq-il-conflitto.html
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