DI ROBERTO TRAVAN
Gino Strada, il medico fondatore di Emergency, ha ricevuto oggi a Stoccolma il Right Livelihood Award. Conosciuto come il Nobel alternativo – e svedese come il fratello maggiore – dal 1980 «sostiene chi offre risposte pratiche ed esemplari alle maggiori sfide del nostro tempo».
128 CANDIDATI DA 53 PAESI
Quest’anno la Fondazione per la prima volta ha consegnato il premio a un italiano «per la sua grande umanità e la capacità di offrire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause dei conflitti» si legge nelle motivazioni. Il fondatore di Emergency – la Onlus che dal 1994 ha curato oltre sei milioni di vittime dei conflitti in tutto il mondo – è stato premiato davanti al Parlamento svedese. Nel suo ringraziamento, Gino Strada ha lanciato l’ennesimo appello alla comunità internazionale contro la guerra e la violenza.
IL PREZZO DELLA GUERRA
«Sono un chirurgo. Ho visto i feriti (e i morti) in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. Alcuni anni fa, a Kabul, ho esaminato le cartelle cliniche di circa milleduecento pazienti: il 90% erano civili di cui un terzo bambini. È quindi questo il nemico? Chi paga il prezzo della guerra?» ha domandato ai parlamentari. Strada ha raccontato che «in tutti i conflitti in cui Emergency ha portato aiuti e soccorsi, indipendentemente da chi combattesse contro chi e per quale ragione, il risultato era sempre lo stesso perché la guerra non significa altro che l’uccisione di civili, feriti, distruzione».
«CURARE I FERITI E’ GIUSTO»
Per il medico italiano «curare i feriti non è né generoso né misericordioso, è semplicemente giusto, lo si deve fare». Poi ha snocciolato alcune cifre: «I civili morti sono passati dal 15% della Grande guerra a oltre il 60% nella Seconda». Quindi ha aggiunto che «gli oltre 160 “conflitti rilevanti” scoppiati dopo la Seconda guerra mondiale sono costati oltre 25 milioni di vite: il 90% erano civili, percentuale del tutto simile a quella del conflitto afghano in corso».
«L’UMANITA’ RINUNCERA’ ALLA VIOLENZA?»
Strada ha rilanciato il dilemma posto nel 1955 dagli scienziati che aderirono al Manifesto di Russel-Einstein: «Metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?». Poi l’appello alla comunità internazionale «perché la maggiore sfida dei prossimi decenni consisterà nell’immaginare, progettare e attuare le condizioni che permettano di ridurre il ricorso alla forza e alla violenza di massa fino al completo abbandono di questi metodi. La guerra, come le malattie mortali, deve essere prevenuta e curata».
«ABOLIRE LA GUERRA»
«Dobbiamo convincere milioni di persone che abolire la guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità» ha concluso Strada tra gli applausi del Parlamento.
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