Come l'Isis a Raqqa si difende dai bombardamenti aerei
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Non appena a Raqqa risuonano le sirene che annunciano i bombardamenti aerei, i jihadisti dello Stato islamico (Isis) corrono a nascondersi in gallerie e trincee, stando a quanto raccontato alla France presse dagli abitanti della città siriana. "Le sirene installate sui tetti e nelle strade avvertono i membri dell'Isis dell'imminenza di un raid", ha raccontato Taym Ramadan. "Non appena le sentono, abbandonano subito le loro postazione, lasciano i loro veicoli e corrono a nascondersi", ha aggiunto Ramadan, attivista del gruppo "Raqqa massacrata in silenzio". "Si nascondono in trincee sotterranee e hanno trasferito le loro basi in quartieri residenziali", ha aggiunto un altro attivista della stessa organizzazione, Abu Sham. Anche l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito dello spostamento delle basi dell'Isis in zone ad alta densità abitativa. "Organizzano riunioni nei tunnel, hanno trasferito i depositi di armi in quartieri residenziali e hanno svuotato i campi di addestramento, in particolare quelli di al-Karin e al-Itimad - ha sottolineato anche Hisham al-Hashimi, esperto di gruppi islamisti - l'Isis tiene anche le proprie riunioni in ospedali e moschee perchè sanno che questi luoghi non verranno colpiti". "Il problema è che i bombardamenti possono andare avanti tutto il giorno e tutta la notte e, ogni volta, le sirene di allarme suonano", ha aggiunto Abu Sham. Negli ultimi tempi l'Isis ha anche creato posti di controllo per verificare le carte di identità e gli abitanti devono essere muniti di autorizzazione per lasciare le regioni controllate dall'Isis. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, a fronte dei raid aerei l'Isis avrebbe anche deciso di inviare i propri combattenti in Iraq. La brigata Tabouk, composta da uzbeki e combattenti caucausici è stata trasferita da Raqqa nella città di frontiera di Qaim, in Iraq. Gli stessi prodotti petroliferi vengono trasportati su mezzi più piccoli, dopo che centinaia di autocisterne sono state distrutte dai raid a Raqqa e a Deir Ezzor, secondo al-Hashimi. L'Isis controlla la maggior parte dei siti petroliferi siriani, in particolare nella provincia orientale di Deir Ezzor. Il contrabbando di petrolio vale 1,5 miioni di dollari al giorno a fronte di un prezzo medio di 45 dollari al barile, stando all'inchiesta pubblicata lo scorso ottobre dal Financial Times. Sim-Plg
FOTO:http://www.notizie.it
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