L’AUDIO BUFALA
«Quelli dell’Isis vogliono colpire i giovani, le zone della movida», si può ascoltare nella registrazione della madre che avverte la figlia a Roma di restare a casa, perché una sua amica che lavora al ministero dell’Interno l’avrebbe avvertita di un attentato imminente nella capitale. La polizia postale ha immediatamente smascherato la bufala, ma non prima che in migliaia girassero il messaggio audio ai loro contatti, alimentando il panico.
LA “CONFESSIONE”
In serata, la svolta: una donna e la figlia, protagoniste della telefona virale, si sono presentate spontaneamente negli uffici della polizia ed hanno dato la loro versione. Il rischio attentato di cui si parlava nella telefonata - hanno detto - altro non era che una scusa della madre per convincere la figlia a non uscire di casa.
L’IRA DEL PREMIER
Per mettere la parola fine alla vicenda era intervenuto anche Matteo Renzi, che aveva chiesto agli inquirenti di trovare i responsabili con l’accusa di procurato allarme. Responsabili che intorno alle dieci di questa sera si sono presentate agli uffici di viale Trastevere della polizia postale. Una siparietto che smorza un minimo la tensione di questi giorni, rendendo comunque attuale il monito di Matteo Renzi su questa vicenda. «Il terrorismo internazionale è una minaccia seria e dobbiamo essere molto attenti e determinati. Quello che è fondamentale è che non cadiamo nella trappola di chi vorrebbe chiuderci a chiave in casa per vivere nella paura, senza fare una vita normale» ha detto il presidente del Consiglio in un audio di 16 secondi dove ha concluso «nessuno ci porterà via la nostra esistenza quotidiana e noi, l’Italia e gli italiani, siamo molto più forti della paura».
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