Anonymous nella "guerra virtuale" contro l'ISIS commette qualche errore, tra la preoccupazione generale e le critiche di alcuni analisti
Di Fabrizio Ferrara
Come sappiamo Anonymous, il collettivo di attivisti hacker più noto al mondo, ha dichiarato guerra al sedicente Stato Islamico con la minaccia che li avrebbero trovati, stanati e fermati. La finalità era chiaramente quella di fermare, sul web, quei reclutatori che usano proprio la propaganda digitale per ottenere nuova, folle, manovalanza disponibile a commettere attentati in giro per il mondo.
Di recente si sono riscontrati i primi risultati di questo “impegno” con circa 6000 account Twitter chiusi e con diversi altri profili affondati su altri canali e network. Il problema è che, in queste ore, il mondo si sta chiedendo se queste azioni siano effettivamente utili o se, più che altro, facciano danni.
Innanzitutto l’Indipendent ha pubblicato un rapporto nel quale si evinceva che non tutti gli account compromessi su Twitter appartenessero a simpatizzanti dell’Isis: la cosa è stata confermata dallo stesso canale ufficiale che Anonymous ha creato per questa campagna anti-estremisti (#OpParis) nel quale gli hackivist si sono scusati spiegando che non tutti gli account compromessi erano dell’ISIS, anche se era del tutto escluso che tutti gli account coinvolti fossero slegati dall’organizzazione islamista.
Oltre a questo, DigitaShadow, il leader di GhostSec (un team di fuoriusciti di Anonymous), ha dichiarato che Anonymous userebbe metodi troppo rudimentali per le sue azioni, prima buttando giù i siti con attacchi DDoS e solo dopo ponendosi delle domande sull’opportunità del gesto.
FONTE:http://news.fidelityhouse.eu/web/anonymous-commette-qualche-errore-tra-la-preoccupazione-generale-172006.html
FOTO:http://www.inforge.net
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