Grazie all’operazione in Siria, l’influenza della Russia in Medio Oriente non è mai stata così forte, mentre la posizione degli Stati Uniti nella regione si è indebolita, ritengono gli analisti e politologi intervistati dal “Wall Street Journal”. A loro avviso i sostenitori degli Stati Uniti non vedono più in Washington un alleato affidabile.
“L’influenza e il coinvolgimento degli USA nelle vicende della regione hanno sperimentato il più forte declino dai tempi del secondo Dopoguerra,” — ritiene il diplomatico Ryan Crocker, ex ambasciatore americano in Afghanistan, Iraq, Siria, Libano e Pakistan.
Secondo lui, il vuoto politico creatosi nella regione viene riempito da quelle stesse forze che Washington stava cercando di contenere.
Nonostante Washington conservi una notevole forza militare in Medio Oriente, i suoi alleati e gli avversari non credono più al fatto che gli Stati Uniti continuino in futuro a sostenere i suoi alleati, affermano gli analisti.
“Nella regione non c’è più un blocco che sostiene gli Stati Uniti, è incredibile,” — afferma un analista.
Un esperto ritiene che gli Stati Uniti abbiano definitivamente perso il ruolo dominante in Medio Oriente.
“Anche chi verrà dopo Obama non avrà molte carte da giocare. Non vedo nemmeno una strategia per il prossimo presidente. Ci siamo spinti troppo oltre,..” — afferma Emile Hokayem.
Gli alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente sono preoccupati e spesso cercano un compromesso con la Russia, osserva il “Wall Street Journal”. Ad esempio l’anno scorso Israele aveva rifiutato di appoggiare una risoluzione sulla Crimea presentata dagli Stati Uniti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed ora non critica i raid aerei russi in Siria.
La Casa Bianca sta cercando di confutare la tesi sull’indebolimento della sua influenza in Medio Oriente, tuttavia grazie all’operazione in Siria di Mosca, in Medio Oriente la Russia ha per certi versi superato l’influenza sovietica degli anni ’70 e ’80.
Molte forze nella regione, in particolare l’Iraq e i curdi, sono deluse dall’incapacità degli Stati Uniti di fermare ISIS, ed accolgono con favore le azioni della Russia.
Una situazione simile si sta verificando in Asia centrale, dove stanno ritornando nell’orbita di Mosca quei Paesi che in passato non avevano ostacolato il dispiegamento di basi militari occidentali sul proprio territorio.
“Quello che sta accadendo in Afghanistan, spinge i nostri Paesi verso la Russia. Chissà cosa farà l’America domani, non ci si fida di lei più nessuno, né la gente comune né l’establishment,” — ha commentato l’ex vice primo ministro del Kirghizistan Tokon Mamytov.
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