FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.lastampa.it/2015/10/08/italia/politica/il-pd-molla-marino-pressing-per-le-dimissioni-DNHXYmNFThcNc2Ff3S3qcK/pagina.html
Il sindaco di Roma Ignazio Marino potrebbe dimettersi entro oggi. Questo almeno è quello che gli chiedono Renzi, il Pd della Capitale e lo stesso commissario del partito, Orfini.
IL SILURO DI RENZI
A quanto apprende l’agenzia “Dire” da fonti parlamentari, il presidente del Consiglio Matteo Renzi questa mattina avrebbe sentito il commissario romano Orfini, con il quale ci sarebbe «piena condivisione» della linea che il Pd sta seguendo in relazione alla richiesta di dimissioni.
SFIDUCIA TOTALE
Di fatto quella dei dem è una sfiducia totale nei confronti di Marino che ha inanellato una serie di errori politici e di comportamenti personali. Per ricordarne alcuni la sua presenza a Philadelphia all’incontro con il Papa senza essere stato invitato nonostante lui avesse detto di esserlo stato. Poi l’ultima: il pagamento delle sue spese all’estero con la carta di credito del Comune per poi dire, come ha fatto ieri,che avrebbe pagato di tasca propria quelle spese.
ESPOSITO: FINE INEVITABILE
«La situazione ci porterà inevitabilmente alla fine di questa amministrazione, si è manifestato un quadro che non ci consente di andare avanti con autorevolezza. Chiunque arriverà a maggio troverà una situazione molto complicata per la bonifica della macchina amministrativa», ha detto il senatore e assessore ai Trasporti a Roma Stefano Esposito.
CHE SUCCEDE?
Renzi ne ha abbandonato del sindaco. Le voci insistenti di un’uscita di scena di Marino, sotto attacco tra l’altro per le spese istituzionali, si rincorrono da ieri e stamani vengono ribadite anche in ambienti del Pd romano. Alle 12 in Campidoglio era convocata una Giunta. Gli assessori dem non si sono presentati ed è mancato il numero legale. «Se Ignazio Marino vorrà prendere delle decisioni ne prenderemo atto», commenta l’assessore alla Legalità di Roma Capitale Alfonso Sabella. Si è quindi arrivati al redde rationem tra il sindaco e il Pd che ritiene non più possibile proseguire al sostegno ad un primo cittadino screditato.
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