Di Daniele Gianfreda
Ingegneri e filosofi, due mondi lontani. I primi producono, i secondi no. I primi rispondono alle esigenze del mercato, i secondi no. I primi avranno uno stipendio, i secondi no. L’ingegneria è la chiave di volta della produzione: case, computer, cellulari e auto sono tutte frutto di un team che prima immagina e poi manda in produzione, tutto in virtù di un bisogno collettivo. E la società ringrazia.
Tuttavia, benché il mestiere di ingegnere susciti rispetto e garantisca prestigio, il suo lavoro si svolge nella più totale ottusità ed inconsapevolezza: tutto ciò che inventa, tutto ciò che produce non arreca nessun beneficio all’Umanità! Follia? Le esigenze che ne regolano l’attività produttiva non sono reali, si basano solo sulle esigenze dettate da una mentalità diffusa che le fa apparire tali: cellulari e macchine si rivelano indispensabili solo nella società di cui facciamo parte. Il lavoro dell’ingegnere non ha quindi valore di “per sé” ma è funzionale solo in relazione al contesto e alle esigenze che li caratterizzano. Con un po’ di fantasia si può arrivare ad immaginare una società in cui tutte le invenzioni futuristiche che conosciamo possono non essere poi così “indispensabili”, tipo le “società” primitive? Forse: dove sta scritto che maggior tecnologia uguale maggior felicità? Perché è proprio la ricerca della felicità che spinge l’Uomo a “progredire”, il problema sta nella scelta di un percorso assolutamente materialista per conseguirla, estromettendo l’indole spirituale dalla propria vita.
Le conseguenze di questa scelta insensata sono ben visibili: sempre più individui ricorrono allapsicoterapia. In un mondo popolato dalla convinzione che solo la carriera lavorativa abbia un valore, l’Uomo ha finito con il ridursi a mero accessorio della produzione, incapace di immaginare una vita differente e “umanamente stimolante” (in una parola: “felice”). Gli psicologi ringraziano, le case farmaceutiche pure. Ma la Psicologia è entrata in campo solo per sostituire un’altra grande scienza: la Filosofia. Eh sì, perché la Filosofia è una scienza, solo che invece di creare nuove “app” cerca risposte alle domande esistenziali, quelle a cui l’Uomo ha dimenticato di dare una risposta perché troppo impegnato a costruirsi una carriera; inutile poi andare a cercarla in seduta dallo specialista. Se l’ingegneria inventa un nuovo tipo di automobile, la filosofia sa dire se ci migliorerà davvero la vita. Laddove l’ingegnere si trova costretto a rispondere ai precisi dettami della società (e del mercato), il filosofo è in grado di liberarsene immaginandone una nuova e magari gettare il semeaffinché possa diventare reale! (Non sarebbe la prima volta). Del resto, uno dei tanti modi per rendere concreata la filosofia è proprio la “Politica”, l’arte del gestire la “cosa pubblica”, quella in grado davvero di determinare cambiamenti sostanziali nella storia dell’Umanità. Del resto, si sa: la Democrazia non l’ha certo inventata un ingegnere.
TITOLO ORIGINALE:"I FILOSOFI MERITANO UNO STIPENDIO (PIÙ DEGLI INGEGNERI)"
FONTE:http://www.ukizero.com/i-filosofi-meritano-uno-stipendio-piu-degli-ingegneri/
TITOLO ORIGINALE:"I FILOSOFI MERITANO UNO STIPENDIO (PIÙ DEGLI INGEGNERI)"
FONTE:http://www.ukizero.com/i-filosofi-meritano-uno-stipendio-piu-degli-ingegneri/
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione