Di Vincent Tesio
Sfigato. Lo abbiamo sentito dire spesso dai nostri amici o il più delle volte in tv in qualche film americano. Ma cosa vuol dire veramente sfigato? Se lo chiediamo a persone oltre una certa età , il significato assunto sarà soprattutto quello di una persona sfortunata o perseguitata dalla sfiga. Ad esempio se si cerca la parola sfigato nello Zanichelli del 1984 troviamo:
Sfigato: /sfi’gato/ agg. Volg. Sfortunato, iellato.
Punto.
E invece nel nostro immaginario giovanile la parola sfigato racchiude molto di più, oltre alla sfiga o la jella, che forse richiamerebbe più al povero Paolino Paperino.
Sfigato racchiude qualcosa che sa di scarpe da ginnastica, brufoli schiacciati e Vhs affitati da blockbuster. Lo sfigato è uno status sociale in una gerarchia di apparenza.
La prima volta che ho sentito la parola sfigato inteso in un altro senso è stato guardando svariati film americani ambientati in qualche spietatissima High School, dove il bullo di turno picchiava il povero protagonista definendolo sfigato. Penso sia da lì che quella parola sia entrata nel mio vocabolario oltre alla più semplice connotazione del termine italiano e al meno complesso sinonimo della parola sfortunato.
Quello sfigato era la traduzione di loser. Se si inserisce la parola sfigato su google translate dall’italiano all’inglese, loser è proprio la prima parola che esce. Eppure loser (da lose, perdere) non ha nulla a che fare con la sfiga… Se si cerca la parola sfigato sul wikizonario italiano troviamo questo:
Il wikizionario, diffusissimo tra la nostra generazione, è sicuramente più aggiornato dell’accademia della crusca sulla fenomenologia del linguaggio giovanile. Va oltre l’aggettivo sfigato e ne tira fuori un sostantivo, rendendo sfigato una persona non accettata in un determinato gruppo di persone. Ed aggiunge addirittura antropologia e sociologia tra le voci.
Più crudele il Treccani che lo definisce anche e con uso sostantivato: privo di attrattive, di fascino, insignificante.
Più riassuntivo è il dizionario del Corriere della Sera che lo definisce così:
Il Corriere nella sua concezione più moderna rispetto all’antico sfortunato, inserisce, come Treccani, un significato diverso: privo di fascino e di attrattive.
Curioso anche quanto questo termine abbia un’influenza di genere. Per molte donne probabilmente il termine sfigato si riferisce più all’aspetto fisico di un uomo più che al suo status sociale.
Andando a vedere una lunga discussione sul Forum al Femminile a proposito del termine sfigato si trovano ibridazioni tra il termine nerd (più generalmente il secchione) e sfigato, per cui sfigato è quello che non si sa vestire, o quello che non ha avuto molte donne. Alcune invece provano in un certo modo a difendere il termine dicendo frasi come: “sfigati” sono coloro che per la donna comune non sono “calciatori”.
Ho sentito dire più volte dalla mia ragazza che un ragazzo era sfigatone, e quando le ho chiesto cosa intendesse mi ha risposto che intendeva quei ragazzi che indossavano scarpe di cuoio o geox, avevano la forfora nei capelli e le magliette e pantaloni brutti. Abbastanza felice del risultato ero riuscito sicuramente a inquadrare gli sfigatoni come quelli che non si sapevano vestire e curare.
La prima volta che ho sentito la parola sfigato in un film italiano è stato invece in “Come te nessuno mai” del 1999 di Gabriele Muccino. Il giovane protagonista ribelle litigando con i suoi genitori sessantottini gli urla che non vuole diventare come sua sorella perché lei è una sfigata.
Per sfigata il giovane Silvio non vuole intendere che la sorella scivoli sulle bucce di banana, faccia cascare il sale e rompa gli specchi. Probabilmente la giovane è sfigata perché non ha amici o più probabilmente perché non ha un ragazzo.
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