Di Daniele Particelli
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha da poco presentato un ambizioso progetto fatto di 17 obiettivi globali, Global Goals, da attuare entro i prossimi 15 anni in tutto il Mondo. Tra lo sconfiggere la fame nel Mondo e la povertà , portare acqua pulita ovunque, crescita economica e città sostenibili. Dal progetto ancora in divenire sono stati esclusi i diritti LGBT e qualcuno vorrebbe che la situazione restasse così.
E’ il caso dell’Arabia Saudita, che sta facendo pressioni affinché i diritti LGBT restino fuori dai Global Goals. Il Paese è uno dei più repressivi dei 193 Stati Membri dell’ONU e teme anche anche i riferimenti alla sessualità contenuti negli obiettivi attuali, nella sezione salute e benessere, possano includere i diritti per i gay.
L’ignoranza, si sa, è dura da combattere e anche soltanto nominare la parola “sessualità ”, per un Paese in cui viene vissuta come un tabù, necessità di inutili precisazioni. Il ministro degli esteri saudita, Adel Al-Jubeir, parlando alle Nazioni Unite, ha chiesto lumi:
Menzionare “sesso” nel testo, per noi, significa esattamente uomo e donna. Menzionare “famiglia” significa parlare di un uomo e di una donna.
Al-Jubeir, nonostante fosse tutto ben chiaro, ha pensato comunque di mettere le mani avanti e ha spiegato che l’Arabia Saudita si riserverà il diritto di non seguire ogni obiettivo che andrà contro la legge islamica.
Se il buongiorno si vede dal mattino, nel 2030 saremo ancora qui a cercare di mettere d’accordo tutti su come procedere con questi importanti obiettivi.
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