Di Fabrizio Fantini
sitri.it
Di solito lo stress è un fattore positivo che ci permette di affrontare le avversità in maniera efficiente, ci consente di reagire agli eventi quotidiani con equilibrio e mantiene vitali le nostre capacità d’apprendimento, di memoria, d’attenzione, permettendoci di risolvere i piccoli e grandi problemi della vita quotidiana. Quando però gli stimoli stressori prendono il sopravvento e l’organismo non è più in grado di reagire in maniera positiva, cominciano i problemi. Lo stress diventa una condizione fisica e psicologica di malessere, di stanchezza, che ci tiene spesso in tensione e che non ci permette di vivere in maniera serena e tranquilla. Hans Seyle, uno dei pionieri dello studio sullo stress, definì la risposta dell’organismo ad una condizione avversa “sindrome da stress biologico”. L’organismo sottoposto a condizioni nocive opera una serie di risposte organiche che gli permettono di affrontare e superare il momento di difficoltà .
Vediamo cosa succede nel nostro corpo quando lo stress prende il sopravvento anche perché lo stress non agisce solo sulla mente ma anche sull’organismo causando alcune malattie. Nella parte quarta della guida abbiamo già parlato del sistema nervoso e del sistema endocrino e come essi regolino le funzioni del nostro organismo. Il sistema nervoso ha anche una sua parte autonoma, che controlla automaticamente la regolazione delle attività viscerali non sottoposte direttamente alla nostra volontà . Si divide in sistema ortosimpatico e parasimpatico ed è collegato alle midollari del surrene con delle fibre nervose.
Quando siamo sottoposti a uno stress acuto la zona midollare del surrene viene stimolata a produrre adrenalina e noradrenalina, gli ormoni del “attacca o fuggi”, che permettono all’organismo di affrontare un pericolo imminente. La pressione sanguigna e i battiti cardiaci aumentano d’intensità , il cuore pompa più sangue e quindi si ha una maggior irrorazione sanguigna di muscoli e cervello. Crescono eccitazione e concentrazione, mentre sono inibite altre funzioni come la digestione, la riproduzione cellulare e la risposte all’infiammazione, meno importanti in quel momento. Una volta finito il pericolo la concentrazione di questi due ormoni dovrebbe calare fino a tornare a livelli normali.
Nella nostra vita quotidiana accade spesso che tratteniamo questi istinti di reazione per motivi relazionali e sociali. Certo, non siamo più attaccati da micidiali predatori come poteva capitare all’uomo del paleolitico, ma il non risolvere una futile lite o degli importanti contrasti a livello della propria vita sociale e familiare può portare a liberare costantemente troppa adrenalina e troppo spesso.
L’ipertensione essenziale, di fatto il tipo d’ipertensione più frequente, ha motivazioni non ancora ben definite e lo stress può essere uno dei fattori che contribuiscono a farla insorgere.
L’adrenalina ha un’azione anche a livello del follicolo pilifero, il suo aumento nei momenti di forte stress provoca un telogen effluvium acuto. L’altra risposta dell’organismo allo stress è il rilascio da parte della corticale del surrene di cortisolo. Il cortisolo stimola il fegato a rilasciare glucosio, nel sangue per permettere all’organismo di affrontare il momento di bisogno con maggiori risorse energetiche. Ma se lo stress diventa continuo nel tempo il cortisolo da utile baluardo dei nostri bisogni diventa sostanza dannosa capace di “corrodere” le funzioni più importanti del nostro organismo.
L’eccesso di glucosio, come abbiamo visto nel capitolo precedente, provoca alterazioni nella produzione d’insulina e manda in tilt l’equilibrio ormonale. Un’alterazione della produzione di glucosio, insulina, glucagone porta all’intolleranza al glucosio e all’insulino resistenza, condizioni che possono portare al diabete. Vengono rilasciate nel sangue maggiori quantità di grassi che a lungo andare provocano un aumento di colesterolo e trigliceridi e un conseguente incremento del rischio cardiovascolare.
L’adrenalina ha un’azione anche a livello del follicolo pilifero, il suo aumento nei momenti di forte stress provoca un telogen effluvium acuto. L’altra risposta dell’organismo allo stress è il rilascio da parte della corticale del surrene di cortisolo. Il cortisolo stimola il fegato a rilasciare glucosio, nel sangue per permettere all’organismo di affrontare il momento di bisogno con maggiori risorse energetiche. Ma se lo stress diventa continuo nel tempo il cortisolo da utile baluardo dei nostri bisogni diventa sostanza dannosa capace di “corrodere” le funzioni più importanti del nostro organismo.
L’eccesso di glucosio, come abbiamo visto nel capitolo precedente, provoca alterazioni nella produzione d’insulina e manda in tilt l’equilibrio ormonale. Un’alterazione della produzione di glucosio, insulina, glucagone porta all’intolleranza al glucosio e all’insulino resistenza, condizioni che possono portare al diabete. Vengono rilasciate nel sangue maggiori quantità di grassi che a lungo andare provocano un aumento di colesterolo e trigliceridi e un conseguente incremento del rischio cardiovascolare.
Lo stress fa anche cadere i capelli, ed è difficile capire i meccanismi per cui un evento stressante possa influire così tanto sulla salute e sull’equilibrio della nostra capigliatura. Nella parte seconda abbiamo visto come lo stress è causa d’alopecia temporanea (telogen effluvium) acuta e cronica e come sia uno dei fattori che può far peggiorare in breve tempo la calvizie comune.
Uno stress forte e improvviso spesso è dovuto a un evento emotivo molto importante e può far cadere centinaia di capelli in fase di riposo (telogen effluvium acuto). I capelli si rifugiano nella fase di telogen e bloccano ogni attività , dopo tre mesi saranno perduti, ma non sarà danneggiata la struttura del follicolo che finito il momento di stress, sarà pronto per un nuovo ciclo.
Se lo stress è meno intenso e più costante nel tempo avremo invece un telogen effluvium cronico, la perdita sarà meno importante, ma sarà anche più difficile risolvere il problema. Questi due tipi di telogen effluvium contribuiscono non poco a velocizzare l’evoluzione della calvizie comune. Il follicolo tende ad accelerare ulteriormente il suo ciclo e i capelli nella fase di telogen aumentano notevolmente. Spesso non riescono neanche a passare alla fase di riposo e cadono nella fase di crescita diventando sempre più piccoli e sottili.
Come precedentemente detto adrenalina e cortisolo sono i due ormoni dello “stress” capaci di risolverci un sacco di problemi se secreti nelle giuste quantità , ma nemici della salute se prodotti in eccesso.
[…] E il cortisolo? Nei capitoli sull’alimentazione si è osservato come il cortisolo sia fondamentale per riequilibrare gli squilibri glucidici nel sangue. In seguito ad un eccesso d’insulina nel sangue, il cortisolo è spesso costretto ad intervenire per sostituire il glucagone nel stimolare la liberazione del glucosio nel sangue.
Anche lo stress cronico aumenta il cortisolo nel sangue, provocando nel corso degli anni disturbi e malattie.L’aumento di cortisolo inibisce la produzione di tutti gli eicosanoidi (ormoni locali), sia quelli dannosi che provocano infiammazione, sia quelli benefici che permettono una comunicazione ormonale perfetta dei sistemi cardiovascolare, nervoso e immunitario.
[…] Il cortisolo in eccesso mobilita continuamente glucosio nel sangue. L’eccesso di glucosio è in grado di alterare (glicolisare) la struttura molecolare delle proteine destinate ai processi rigenerativi del nostro organismo, come ad esempio quelle coinvolte nella formazione dellacheratina dei capelli.
In seguito ad uno stress il follicolo pilifero subisce quindi dei disordini metabolici e delle interferenze nei messaggi ormonali, si ha inoltre la formazione di radicali liberi che sono la conseguenza di questi danni metabolici più o meno transitori. […]
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.sitri.it/pubblicazioni/perche-lo-stress-fa-perdere-i-capelli/
http://lastella.altervista.org/stress-malattie-correlate/
Io ho optato direttamente per il trapianto di capelli, ed è veramente l'unica soluzione efficace...gli altri rimedi lasciano il tempo che trovano.
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