SHARDANA UN POPOLO DI ABILI GUERRIERI ED ESPERTI NAVIGATORI. Molti studiosi ritengono che abbiano dato vita alla cosiddetta civiltà nuragica i cui resti sono tuttora visibili. Nonostante tutte le scoperte fatte negli ultimi decenni questa popolazione rimane un mistero tutto da svelare. Tra i cosiddetti “Popoli del Mare“, una coalizione di diversa estrazione che imperversò nel Mediterraneo Orientale verso la fine del II millennio a.C., gli Shardana occuparono un posto di primo piano.
La testimonianza più antica di cui siamo a conoscenza risale al 1.350 a.C. ed è costituita dalle “Lettere di Amarna“, una raccolta di corrispondenze del Faraone Akhenaton, nelle quali gli Shardana vengono descritti come un temibile popolo di pirati e mercenari.
NEL XII SECOLO A.C. gli Shardana, coalizzati con i Lukka ed i Shekelesh, presero di mira le coste dell’Egitto rendendosi protagonisti di numerosi saccheggi ed incursioni. La loro abilità nell’arte della guerra e la ferocia con la quale portarono avanti le azioni militari preoccupò non poco il faraone Ramses II. Nella città di Tanis è stata ritrovata una stele sulla quale è possibile leggere la seguente affermazione: “I ribelli Shardana che nessuno ha mai saputo come combattere, arrivarono dal centro del mare navigando arditamente con le loro navi da guerra, nessuno è mai riuscito a resistergli“. Nonostante rappresentassero una minaccia costante per la terra dei Faraoni, gli egizi ammiravano la loro destrezza ed abilità nel combattere. A testimonianza di ciò, il faraone Ramses II decise di assoldare guerrieri Shardana all’interno della guardia reale. Nell’iscrizione di Qadesh, che riporta una cronaca della battaglia omonima tra Egizi ed Ittiti, si legge che ben 520 Shardana furono impegnati nella difesa del Faraone.
COME ANTICIPATO IN PRECEDENZA , l’origine degli Shardana rappresenta un enigma tuttora irrisolto. La scarsità di documenti scritti ha complicato notevolmente il lavoro degli studiosi. Attualmente, la teoria più accreditata sostiene che gli Shardana provenissero dal Mediterraneo Occidentale costituendo le antiche popolazioni nuragiche della Sardegna. Viceversa, un’altra corrente di pensiero, tende ad identificare le origini degli Shardana nei paesi del Mediterraneo Orientale, dai quali sarebbero partiti alla volta dell’Egitto con l’intento di invaderlo e di impossessarsi delle sue enormi ricchezze. Respinti dall’esercito del faraone, continuarono il loro viaggio verso occidente insediandosi in Sardegna che divenne da quel momento la loro nuova Patria. E’ possibile reperire traccia del popolo Shardana non solo nell’ambito del Mediterraneo ma anche in Europa del Nord. In Irlanda e Inghilterra sono stati rinvenuti numerosi reperti riconducibili a questi antichi guerrieri. Conosciuti col nome di “Eracliti” dai Greci, gli Shardana diedero vita ad una civiltà evoluta. Oltre ad essere dei valenti guerrieri ed ottimi strateghi in ambito militare, erano abilissimi nella navigazione e nelle tecniche di costruzione delle navi, diedero vita a strutture architettoniche complesse ed erano esperti nella lavorazione del bronzo di cui custodivano gelosamente i segreti.
IL SIMBOLO PRINCIPALE degli Shardana era un labirinto, rintracciabile in numerosi reperti venuti alla luce negli ultimi decenni in Sardegna. Lo stesso simbolo è presente in molte altre località sparse in tutta Europa tra cui la cittadina di Chartres, nota per l’omonima Cattedrale. La vasta diffusione di reperti riconducibili al popolo Shardana ha dato origine a numerose leggende. Secondo un’antica tradizione furono gli Shardana a costruire il complesso megalitico di Stonehenge in Inghilterra contribuendo alla nascita della tradizione druidica. Gli Shardana veneravano un dio chiamato Sandan, figlio di Eracle (da cui il nome di Eracliti), raffigurato con quattro occhi, quattro braccia, antenne o corna. La rappresentazione più famosa di Sandan è custodita al Museo di Cagliari ed è costituita da un manufatto in bronzo. Nonostante la loro devozione per Sandan (spesso tradotto come Sardan o Sardus), la loro divinità più importante era la cosiddetta “dea Madre“. In Sardegna sono stati ritrovati migliaia di reperti raffiguranti una figura femminile, spesso con in braccio un bambino, antico simbolo di fertilità e di vita che è possibile rinvenire anche in numerose altre culture. Nonostante continuino a venire alla luce reperti e testimonianze sulla storia degli Shardana, questo popolo resta avvolto dal mistero. La nebbia del tempo nasconde inesorabilmente i loro numerosi segreti agli occhi dell’uomo moderno.
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